Da mesi il cantiere del Borgo degli ulivi è fermo. Un danno enorme al paesaggio collinare e al quartiere di Quinzano per una speculazione che non trova acquirenti.

Se si vuole avere una idea precisa di che cos'è un ecomostro, basta prendere la stradina che dal centro di Quinzano sale verso San Rocchetto o verso la Val dei Ronchi e quardarsi attorno. L'enormità della lottizzazione del Monsèl (che vuol dire monticello ed è il nome della collina sventrata per far posto al "Borgo degli Ulivi"o, come recita il tabellone, "Vicus Olivae") rispetto al nucleo storico di Quinzano è di tutta evidenza.

Il peccato originale di un tale obbrobrio è costituito da un favore fatto 20 anni fa, nel 1991, da una amministrazione di centro-sinistra (sindaco Aldo Sala, giunta DC, PSI, PSDI) agli amici degli amici.

All'origine del peccato c'è una variazione urbanistica, che trasforma una zona agricola di pregio, che essendo collinare godeva anche di tutele particolari, in una zona edificabile. Così si è costituito un diritto per i proprietari dei terreni e poi è diventato quasi impossibile recedere dall'obbligo di concedere il permesso di costruire.

Ci hanno provato sia il sindaco Sironi, opponendo strenuamente ogni tipo di ostacoli all'iter di approvazione del progetto, sia il sindaco Zanotto, ottenendo una consistente riduzione dei volumi edificabili.

Non fece nessun tipo di opposizione Tosi, che invece consegnò prontamente la licenza di costruire senza nemmeno prendere in considerazione l'idea di opporsi.

Eppure c'erano almeno tre possibilità di fermare il progetto.



  • La prima consisteva in una trattativa fra Comune e proprietà e avrebbe potuto portare allo spostamento del diritto di costruire in una nuova zona concordata (cosa che lo stesso Tosi praticò in altri casi).


  • La seconda prevedeva un intervento della Sovrintendenza.

    La lottizzazione confina infatti con una villa del '500, Villa Tobioli, che è sottoposta a vincolo monumentale e che quindi avrebbe diritto ad un cono visivo di rispetto. La nostra richiesta di estendere il vincolo monumentale, spedito sia alla Sovrintendenza Regionale sia al ministro Rutelli, non ottenne alcuna risposta. Nella nostra richiesta si leggeva: "E' in loro facoltà intervenire per annullare atti che sono comunque palesemente contrari alla tutela e al rispetto del paesaggio, come è avvenuto a Monticchiello (Siena) e a Mentana (Roma)".


  • La terza comportava una revisione della documentazione allegata al permesso di costruire.

    L'ing. Zanoni firmò come dirigente Mobilità e Traffico una relazione (siamo nel 2005) in cui sosteneva che il flusso di traffico sarebbe rimasto praticamente immutato: "Non va a modificare il livello di servizio di tali strade". Chiunque conosca la viabilità di Quinzano, capisce che questo parere era ed è del tutto infondato.




Ora il danno è fatto, l'orrendo risultato è sotto gli occhi di tutti, anche se alcuni cittadini stanno ancora tentando di opporsi a questa realtà insensata e spropositata.

Contemporaneamente sta prendendo corpo a Verona il Piano degli Interventi.

Farebbero bene il Sindaco e gli Assessori competenti a prendere lezione dal caso del Borgo degli Ulivi e a ricordare che alcune scelte urbanistiche poi comportano conseguenze difficilmente controllabili.

Le variazioni di destinazione urbanistica, le lottizzazioni, i piani d'area, ecc avranno conseguenze pesantissime, nel bene e nel male, per la nostra città. Va tenuto conto di tutti gli interessi coinvolti in queste decisioni e non solo dell'esigenza di attirare a Verona investimenti da tutto il pianeta.

Lasciare ai nostri figli una città circondata dalle autostrade, con un traffico infernale (sarà comunque proporzionale al numero di abitanti e alla mancanza di mezzi pubblici), con un aria irrespirabile, accerchiata da lottizzazioni sproporzionate e megalomani......non sarà un grande risultato.

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