Prosegue il ciclo di interventi sulla viticoltura. Il dott. Coato illustra i vari prodotti chimici impiegati.

Tecnicamente i prodotti utilizzati in agricoltura si chiamano prodotti fitosanitari , e vengono distinti in:

antiparassitari, che comprendono, gli insetticidi per combattere i gli afidi, le

tignole, le cocciniglie, etc (composti organici del fosforo, composti carbammici, organo clorurati, piretroidi, composti di origine vegetale); i battericidi usati contro le batteriosi

del pomodoro, della vite, dei fruttiferi; i fungicidi o anticrittogamici usati per le malattie causate da funghi, come la ticchiolatura, la peronospera, l'oidiobotrite, etc. (dinitrofenoli, derivati dell'acido tio-carbammico, composti del rame, zolfo ed anidride solforosa); gli acaricidi che combattono gli acari quali il ragnetto rosso, il ragnetto giallo;ci sono infine prodotti contro i vermi, le lumache , i topi e le talpe.

diserbanti, usati contro le erbe infestanti, con azione per contatto o disseccanti, per via sistemica, o ad effetto prolungato (rimangono nel terreno e impediscono la nascita di nuove erbe infestanti).

defoglianti

regolatori dello sviluppo, per rallentare le crescita delle piante, favorire l'allegagione

o il diradamento dei frutti.

fisiofarmaci per prevenire o curare le carenze o gli eccessi di elementi nutritivi, i problemi nella fase di conservazione in frigorifero delle derrate, i danni da variazioni

climatiche impreviste.

repellenti che per il loro particolare odore, colore, sapore, sono in grado di respingere uccelli, topi, talpe ecc.

modificatori del comportamento, in grado di modificare il comportamento degli insetti (trappole sessuali, alimentari e colorate).

prodotti naturali , quanto impiega cioè per degradarsi e non essere più rintracciabile nei vari substrati; più corto è il tempo di persistenza più breve sarà il tempo che deve intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta.

Ogni prodotto ha una sua pericolosità legata al tempo di persistenza

I composti permanenti dagradano con un residuo permanente.

I composti persistenti degradano in un periodo che va dai 2 ai 5 anni.

I composti moderatamente persistenti degradano in un periodo che va da 1 a 18 mesi. I composti non persistenti degradano in un periodo che va da 1 a 12 settimane.

Rispetto ai danni sulla persona, mentre fino a pochi anni fa era presa in considerazione principalmente la tossicità acuta sui lavoratori addetti, attualmente viene considerata anche la tossicità cronica, l'impatto sull'ambiente, la persistenza, l'eventuale presenza di residui nei prodotti vegetali destinati al consumo.

Su questa base i fitosanitari sono classificati, e lo si legge sulla etichetta, in:

Molto Tossico (T+) (è riportato il simbolo del teschio)

Tossico (T) (è riportato il simbolo del teschio)

Nocivo (Xn)

Irritante (Xi)

Non classificato

L'intossicazione acuta da insetticidi organofosforici si verifica entro 24 ore dal contatto e riguarda soprattutto i lavoratori. Si può manifestare con un insieme di sintomi che variano a seconda del grado di intossicazione : aumento della salivazione, nausea, vomito, gonfiori e dolori addominali, diarrea, lacrimazione e disturbi visivi, disturbi respiratori e del ritmo cardiaco, turbe neurologiche fino al coma.

L'intossicazione acuta da anticrittogamici del tipo ditiocarbammati comporta irritazione di cute e mucose, con raro interessamento del sistema respiratorio.

Gli erbicidi attualmente in uso comportano bassa tossicità verso i mammiferi (dermatiti); sono al bando in molti Stati occidentali erbicidi quali il Paraquat e il Diquat, un tempo usati anche da noi, per la loro elevata tossicità.

L'intossicazione cronica insorge in seguito all'assorbimento ripetuto in piccole dosi e per lunghi periodi di tempo di sostanze tossiche, che si accumulano in particolari organi del corpo umano causando spesso danni irreversibili. Questo tipo di esposizione può riguardare, in ipotesi, non solo i lavoratori addetti, ma anche la popolazione in generale, in particolare quella che vive a stretto contatto con vaste piantagioni che subiscono grandi trattamenti. Per gli organofosforici in particolare, alcuni studi hanno evidenziato l'insorgenza di tremori, depressione, spossatezza anche se i dati disponibili in letteratura non sono sufficienti a trarre conclusioni definitive.

Dal punto di vista dell'ambiente i prodotti fitosanitari possono contaminare il suolo, l'aria e le acque superficiali e sotterranee. È noto che tracce di DDT si sono ritrovate anche nel latte materno e sono state rintracciate anche nelle regioni polari. Una volta che un'acqua di pozzo sia stata contaminata da queste sostanze, spesso è pressochè impossibile renderla nuovamente pura. E' chiaro pertanto che i prodotti fitosanitari devono essere impiegati quando strettamente necessario per minimizzare i rischi a carico dell'ambiente e della salute umana.

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