L'art. 41 del decreto Genova ha aumentato di 20 volte il tetto per gli idrocarburi C10-C40 nei fanghi di depurazione da spandere sui terreni agricoli.

Chiacchiera, curiosità ed equivoco sono le basi della società di massa, sosteneva il filosofo Martin Heidegger, nato a Friburgo nel 1889.

Ed è proprio con queste basi che il giornale La Repubblica - già editore d'illuminanti articoli della Senatrice a vita Elena Cattaneo che difendono Ogm ed Nbt, scagionano il Glifosate, ridicolizzano l'agricoltura Biologica - stavolta da' la parola al Leader dei Verdi Angelo Bonelli che svela quel "codicillo" art. 41 del decreto "Genova" che aumenta di 20 volte la quantità di idrocarburi nei fanghi di depurazione da spargere sui terreni agricoli.
Bonelli annuncia a Repubblica un ricorso all'Unione europea: "E' un'autorizzazione a spargere un milione di tonnellate di fanghi carichi di idrocarburi e metalli pesanti sui suoli agricoli, un regalo alle imprese che trattano le acque reflue di depurazione sia civili che industriali e che in regioni come la Lombardia e il Veneto hanno accumulato scorte che non riescono a smaltire. La Lombardia aveva già provato a fissare un limite ancora più alto, ma il Tar ha bocciato la norma".
https://www.repubblica.it/ambiente/2018/10/13/news/quel_codicillo_nel_decreto_genova_che_mina_la_salute_dei_campi-208871713/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/15/decreto-genova-fanghi-con-idrocarburi-in-agricoltura-un-esperimento-chimico-sui-cittadini/4693538/

La verità, come ha commentato il Ministro Sergio Costa, è che "la gestione dei fanghi è stata regolata per 25 anni da un decreto che non conteneva limiti per gli idrocarburi. Nessun limite per 25 anni!"..." siamo arrivati al Governo in un momento di grande confusione sotto il profilo giuridico e amministrativo". Gli fa eco il Ministro Danilo Toninelli: "l'artcolo nel dicreto serve per giungere a una soluzione in emergenza e non definitiva. Ecco perchè si è utilizzato un veicolo normativo che implica necessità e urgenza". Il ministero sta già lavorando al nuovo decreto, che avrà senz'altro valori più rigorosi, ma ci sono tempi tecnici da rispettare e con il passaggio all'Ispra e quello in Conferenza Stato Regioni, prima di qualche mese non potrà essere emanato.

Il Tar della Lombardia con sentenza del 20 luglio 2018 ha annullato la delibera "Maroni" D.g.r 11 settembre 2017 n° X/7076 che portava il limite degli idrocarburi nei fanghi a 10.000 mg/kg di sostanza secca, riportandolo a 50 mg/kg prescritta dal D.lgs 152/2006 che non è nemmeno specifica per i fanghi di depurazione.
http://www.osservatorioagromafie.it/wp-content/uploads/sites/40/2018/07/tar-milano-1782-2018.pdf
Il limite di 50 mg/kg per gli impianti di trattamento fanghi in Italia è quasi impossibile da rispettare, durante tutta l'estate si sono accumulate queste sostanze a causa della sentenza del Tar Lombardia e dei ricorsi, perciò si è creata un'emergenza.
http://old.iss.it/binary/ampp/cont/INTEGRAZIONE_parere_36565_Class_rif_Idroc_ALL_09.pdf

Ciò che Repubblica e Bonelli non dicono è che la Regione Lombardia tratta ogni anno 600mila tonnellate provenienti da altre regioni, spargendone in tutto 800mila tonnellate.

La Toscana ad esempio, si stima che produca 10.000 tonnellate di fanghi al mese, un problema che ha investito il governatore Enrico Rossi e tutti i prefetti della regione, a partire da quello di Grosseto: facciamo l'esempio di quello di San Giovanni, 4.000 tonnellate all'anno di fanghi alle porte della città, verso Marina, in cui percolerebbero acque sporche nel mare.
La conferenza Stato-Regioni riunita il 1 agosto 2018 ha rispolverato il testo del Decreto Ministeriale Galletti che sanciva una totale assenza di controlli nel settore dei fanghi e rimandava alle calende greche il rispetto dei parametri nel settore. Le Regioni hanno approvato questo testo che sarebbe diventato legge se al tavolo ministeriale a fine agosto il governo non avesse chiesto ulteriori discussioni su dosaggio idrocarburi su sostanza secca – non tal quale – e tecniche di campionamento.

L'articolo nel decreto riprende i contenuti di un decreto del ministero dell'Ambiente – pronto ma non ancora emanato – per adeguare i valori soglia, superare la sentenza del Tar e sbloccare la situazione. "Per il parametro idrocarburi C10-C40, il limite di 1000 mg/kg tal quale si intende rispettato – si legge – se la ricerca dei marker di cancerogenicità fornisce valori inferiori a quelli definiti ai sensi della nota L, contenuta nell'allegato VI del regolamento (CE) n. 1272/2008 richiamata nella decisione 955/2014/Ue, così come specificato nel parere ISS prot. n. 32074 del 23 giugno 2009″. L'ISS, inoltre, precisa anche che gli idrocarburi di origine vegetale non fanno definire mai il rifiuto come "pericoloso".

"La Liguria è una di quelle regioni che in emergenza esportano i fanghi in Lombarida, perchè un decreto ministeriale ha la prerogativa di restare in vita per decenni a differenza di un decreto legge in emergenza" afferma Alberto Zolezzi Membro della VIII Commissione (Ambiente, Territorio, Lavori pubblici) e della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali . "Il passo successivo" -continua Zolezzi- "sarà di riscrivere il decreto ministeriale Galletti, rivedere la normativa sui fertilizzanti compreso la parte dei gessi di defecazione".
Già! I gessi di defecazione: se n'è occupata domenica scorsa l'inchiesta giornalistica di Rai3 "Indovina chi viene a cena", accennando in chiusura dell'art. 41 al decreto Genova.
L'On. Zolezzi denunciava questa situazione dei fanghi e dei gessi nella passata legislatura scrivendo sul "blog delle stelle" nel gennaio 2017, in seguito al ricovero in ospedale di 11 bambini di una scuola di Montichiari BS dopo lo spargimento dei gessi nei campi vicino all'istituto:
"I fanghi di depurazione vengono trattati con correttivo calcico magnesiaco, vengono sottoposti a idrolisi alcalina, precipitazione con acido solforico, integrazione con additivi ed eventuale estrazione di metalli pesanti od anioni indesiderabili tramite elettrocinesi. Si ottiene un gesso di defecazione o un carbonato di defecazione, che magicamente esce dal ciclo dei rifiuti e può essere sparso al suolo, sui nostri campi, senza essere neppure regolato dalla Direttiva nitrati, perché non è più un rifiuto! L'eliminazione dei metalli pesanti è "eventuale" e non mi risulta mai avvenga, perché costosa, quindi i campi di molte regioni italiane si trovano intossicati da metalli pesanti e azoto in eccesso, tramite un escamotage normativo studiato semplicemente per risparmiare denaro!".
I primi ad affrontare il tema dei fanghi tra il 2015/16 furono Iolanda Nanni e Andrea Fiasconaro, consiglieri regionali M5S promotori di una mozione messa a disposizione di tutti i consiglieri comunali lombardi affinchè potesse essere approvata in tutti i Comuni interessati dallo spandimento di fanghi, e presentando a livello parlamentare – primo firmatario Zolezzi- una risoluzione che chiedeva al Governo di assumere iniziative per definire criteri di tutela dei suoli e delle falde.

Il decreto fertilizzanti scritto in era Galan - e non toccato dai governi Letta-Renzi-Gentiloni - di fanghi trasformati in gessi e sparsi nei campi è grave a prescindere dalla quantità di idrocarburi, ed è solo l'evoluzione della cosiddetta Rivoluzione Verde che oggi spaccia lo smaltimento di rifiuti diretti nella catena alimentare come una sorta di economia circolare.
Di positivo c'è che finalmente si parla del Suolo, di fertilizzanti e ammendanti, di agricoltura industiale, oltre che di fanghi e Gessi. Ci voleva il decreto Genova per aprire un dibattito?
Abbiamo già visto come negli anni '80 l'UE abbia finanziato con aiuti diretti la più grande industrializzazione agricola della storia con concimi azotati, politiche che hanno compromesso in primis le falde acquifere e che per questo hanno portato a quella che oggi è la Direttiva Nitrati.
La Politica Agricola Comunitaria (PAC) ha incentivato con soldi pubblici questo modello globale di Agricoltura Mineraria, intensiva di capitali, imput produttivi, ad altissimo livello di consumi di energie fossili (es. 28 kcal fossili per 1 kcal di carne), d'acqua, la dittatura della tecno-scienza (sementi OGM), meccanizzazione e chimica che sostituiscono il lavoro umano.

La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti sani e culturalmente appropriati, prodotti con metodi realmente sostenibili: una delle risposte più potenti e realmente attuabili per la disponibilità di cibo, per la povertà e la crisi climatica.
http://www.enviedepaysans.fr/2015/wp-content/uploads/2015/03/l_agricoltura-contadina.pdf

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