Nei mesi più freddi le bacche rosse dell' Agrifoglio, del Pungitopo, del Biancospino, della Rosa sono per noi motivo di allegria, per molti animali opportunità di sopravvivenza.

 

Rosse come il corallo sono le drupe dell'Agrifoglio (Ilex aquifolium, foglie lucide con bordo dentato-spinoso, della famiglia delle Aquifoliaceae, da non confondere con il Quercus ilex, il Leccio, famiglia delle Fagaceae, con foglie perenni simili a quelle dell'Agrifoglio, ma più piccole e pelose).

Aquifolium deriva dal lat. acus = ago, spino, per le punte di cui sono contornate le foglie.

A. Cattabiani racconta che: " Gli antichi romani portavano dei ramoscelli di agrifoglio durante i saturnali, nei giorni che precedevano il solstizio invernale, perchè li consideravano dei talismani. Questa funzione di amuleto si ispira probabilmente al suo aspetto. Sempreverdi e lucidissime, evocano immagini di durata, di sopravvivenza, di prosperità, mentre i frutti globulosi di color rosso vivo sembrano celebrare la rinascita del sole al solstizio e augurare un anno felice".

Il Leccio invece produce delle piccole ghiande del tutto simili a quelle delle querce. Un bellissimo esemplare si può vedere all'ultima curva prima del Maso, salendo da Negrar o da via Are Zovo.

Rosse sono le palline del Pungitopo, Ruscus aculeatus, fam. Liliaceae. In dialetto pondirato, veniva legato alle gambe della tavola e alle stanghette appese nelle cantine per proteggere i cibi e i salami dai topi.

Tutto il nome parla di spini: ruscus da bruscus = arbusto spinoso e aculeatus da aculeus = pungiglione e ben lo sa chi ha attraversato un bosco invaso dal pungitopo.

Rossi sono i frutti del Biancospino, sia del Crategus oxyacantha che del C. monogyna, oltre che del C. azarolus. Tutti questi frutti sono molto importanti per il nutrimento degli uccelli durante i mesi più freddi, facilmente visibili anche sotto la neve. In dialetto i frutti del Biancospino vengono chiamati marandele.

E rossi sono anche i frutti delle rose selvatiche, Rosa arvensis, R. pendulina, R. spinosissima, R. canina e varie altre della famiglia delle Rosaceae. Esistono numerose varietà e infiniti ibridi, con diversa colorazione dei fiori e dei frutti, ma tutti molto simili fra loro.  Queste bacche - in realtà sono dei falsi frutti (cinorrodi) -  in dialetto sono chiamate  stupaculi per le virtù astringenti del frutto ingerito tutto intero.

I frutti della rosa infatti li possiamo mangiare tranquillamente anche noi , adesso che sono ben maturi e, con una buona dose di pazienza, ne possiamo ricavare una marmellata deliziosa.

P. Lieutaghi suggerisce questa ricetta per la sua preparazione:

"I frutti, raccolti in inverno dopo le prime gelate, vanno messi a cuocere in una pentola di rame assieme ad un terzo del loro volume di buone mele tagliate a pezzettini (meglio usare mele magari bacate, purchè prive di insetticidi); mettere acqua fino a raggiungere il livello dei frutti. Dopo mezz'ora di ebollizione, filtrate, raccogliete il succo a parte,facendo bollire di nuovo i frutti con la stessa porzione d' acqua e per lo stesso tempo. Dopo di che macinate i frutti con tritalegumi a griglia sottile, che riuscirà a trattenere i semi e la maggior parte dei peli. Infine cucinate il liquido così ottenuto col suo medesimo peso di in zucchero, schiumando quando bolle, e fatelo cuocere finchè, versando un cucchiaino del liquido su un piatto freddo, non gli vedrete assumere la consistenza della gelatina. A questo punto mettete la gelatina in un vaso".

*Non c'è più alcun dubbio che gli uomini siano di gran lunga gli esseri viventi più nocivi sulla faccia della terra.

Contenuti correlati

Partecipazione e democrazia
Partecipazione e democrazia Il dibattito sulle nuove forme di partecipazione democratica sta attraversando tutta la nostra società. I commenti al precedente articolo toccano le questioni c... 2578 views Mario Spezia
Bike to work
Bike to work Il Comune di Massarosa promuove un progetto per premiare chi va al lavoro in bicicletta.Il Comune di Massarosa, in provincia di Lucca, ha lanciato, attraverso u... 2708 views Mario Spezia
Le riserve di caccia dei Riello a Ronco all'Adige
Le riserve di caccia dei Riello a Ronco all'Adige Ovvero di come un po' tutto stia passando di mano dal pubblico al privato, compresi i finanziamenti pubblici già stanziati.Leggiamo su l'Arena 14 maggio 2014, p... 4403 views Mario Spezia
Siamo tutti Erri De Luca
Siamo tutti Erri De Luca Uno scrittore rinviato a giudizio per l'uso della nobile parola 'sabotaggio'. Quando la giustizia perseguita il pensiero e le parole siamo in pieno regime autor... 2808 views Michele Bottari
Traforo: una storia finita
Traforo: una storia finita La missiva di Sperotto e Bertucco racconta di come il sindaco di Verona si stia coprendo di ridicolo nel tentativo disperato di difendere un progetto che non es... 2346 views a_sperotto_m_bertucco
Non è vero che a Verona si muore di trafico!
Non è vero che a Verona si muore di trafico! Lo sfogo accorato e sincero del maggior responsabile dei numerosi incidenti (spesso mortali) che si susseguono quotidianamente a Verona e nei comuni limitrofi.I... 2754 views enry
Progetto Ambiente e Tumori
Progetto Ambiente e Tumori La sezione provinciale di ISDE Italia e l'Ordine dei Medici Chirurghi presentano presso la sede di via Giberti una interessante monografia dell'Associazione Ita... 2005 views Mario Spezia
Programma per il 2009
Programma per il 2009 Ospitiamo un intervento di Gregorio Arena, professore di Diritto Amministrativo all' università di TrentoConoscere le parole d'ordine, le password, è indispensa... 2466 views gregorio_arena