'I ghe in Velje tze kofan ein Schelie ' I ghe in Kalwain tze kofan ein Sbain'.

Era parecchio difficile, quasi un'avventura, prima della Guerra, andare da Giazza a Velo o a Tregnago per comperare il campanellino o il maialino della filastrocca cimbra. I sentieri e le mulattiere in inverno erano spesso ghiacciati e avevano come fondale un ambiente severo e impervio: le cenge del Roat Bant (il Sengio Rosso) e quelle della Valle di Rivolto. Queste per centinaia di anni erano state la difesa naturale di Ljetzan-Giazza. Qui, verso la fine del medioevo, si erano insediati dei coloni tedeschi provenienti dalla Baviera, che avrebbero conservato per secoli gli usi, i costumi e, soprattutto la lingua, il Cimbro o Taucias Garèida, la parlata tedesca, appunto. Era un tedesco alto medievale che avrebbe resistito a tutto ma non al virus della modernità inoculato in dosi massicce a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso.

Il maestro Nordera da Ljetzan (Nord Herren, i signori provenienti dal nord) aveva capito tutto già allora vestendo i panni del cavaliere teutonico, per combattere una battaglia di cultura contro il dilagare dell'omogeneizzazione . In una terra che, paradossalmente, è diventata adesso feudo di localismi politici egoisti, quando il suo mito fondante è stato proprio l'immigrazione.

Aveva fondato una casa editrice e varie associazioni per la salvaguardia del Taucc. Portando avanti il discorso avviato da uno stuolo di studiosi germanici e approfondito, durante la seconda guerra, da Bruno Schweizer, un linguista e antropologo tedesco che, spedito al di qua del Brennero per catalogare le isole linguistiche tedesche, si era in seguito innamorato di Ljetzan e del suo popolo.

Tenace no global ante litteram, Carlo Nordera aveva raccolto il testimone da Schweizer ereditandone l'opera e pubblicandola nel corso degli anni.

Lo conobbi nel suo locale di piazza Isolo prima e accanto a Santa Maria in Organo, poi. Soverchiato da cataste di libri, dai gessi che riproducevano le Madonne e le pietà della Montagna del Carbon , da quadri raffiguranti i paesaggi di Giazza o personaggi caratteristici, da fotografie delle vecchie malghe con ancora i tetti in canèl (cannuccia di palude). Entrando, mi salutava con un "Guatan tach! Bia ghest du?" "Buongiorno, come va?". E giù a parlare di toponimi, di ipotesi storiche, di folclore ... Mi facevo spiegare dove si trovava la Kitzarstuan (la rupe del capretto) o la Fantaseikala. Si discuteva dell'ipotesi longobarda (anche se da tempo affossata dagli storici) di provenienza della gente cimbra. Perché c'erano degli enigmi glottologici, come il "Ganna" di Ingannapoltron, il genitivo sassone – non usato dai bavaresi- di Rehsbalt (il bosco del capriolo), la Fara da cui deriverebbe forse Fariselle, Fraselle. Mia moglie aveva collaborato con Carlo, traducendo la parte tedesca di alcuni libri e aveva scoperto un altro enigma "Schlittschulaufen", i pattini, parola usata al nord della Germania e sconosciuta invece al sud.

Ora anche Carlo non è più. Lo ricordo con la sua Panda verde al Gioas o su per la Valle dei Covoli, quando pensionato, ogni giorno, con neve, nebbia o ghiaccio attraverso Cerro calava giù da Giazza a Piazza Isolo per difendere l'amato Taucc.



Bèntane un greste beghe, èngan pljatz,

èibala muln, laut starch un guat;

hoube, kolj, sache: disa ist de Ljetze,

vorghezzatan schuan dorf,

un bo nau is laut reidat

a groassas altas taucias garèida!

Scoscese ed erte strade, angusta piazza;

molti mulini, gente forte e buona;

fieno, carbone, bestiame: ecco la Giazza,

paese solitario e pittoresco,

ove incerto l'avanzo ultimo suona

di un grande, antico dialetto tedesco.

(Ljetzan di Francesco Cipolla, da: "Is puach ‘un Zimbern" di Carlo Nordera)

Contenuti correlati

Le lamentazioni di Joni Mitchell
Le lamentazioni di Joni Mitchell Turbulent indigo è uscito nel 1994. E' uno degli album più belli della cantautrice e pittrice canadese Joni Mitchell. E' concepito insieme come raccolta di bran... 5032 views Mario Spezia
Davide Antolini & Bepo Spela
Davide Antolini & Bepo Spela Antolini sa dare corpo ai sogni e alle fantasie che sgorgano dalle rime del nostro poeta dialettale.Giorgio Ghelfi propone una simpatica edizione di alcune comp... 2371 views Mario Spezia
Renoir e la Costituzione italiana
Renoir e la Costituzione italiana Il diritto inviolabile alla libera espressione di ogni uomo è al centro della Costituzione come della mostra Mediterraneo, a Genova, Palazzo Ducale, aperta fino... 2200 views sabrina_baldanza
L'Uomo che piantava gli alberi
L'Uomo che piantava gli alberi SABATO 20 NOVEMBRE - ORE 21.00 - SAN PIETRO INCARIANO TEATRO DON MAZZA Biglietti: bimbi fino ai 4 anni gratuito, dai 5 ai 14 anni 8,00 Euro, adulti oltre 15 ann... 2239 views elisa_cerpelloni
Andrew Wyeth
Andrew Wyeth Presi dall'angoscia di veder apparire sulle pagine dei quotidiani locali la pubblicità dell'ennesima mostra dedicata agli impressionisti - francesi o di altra s... 3648 views Mario Spezia
Affondare Venezia
Affondare Venezia Da brivido la corrispondenza con la situazione del 1910. Potrebbe essere una buona occasione per capire da dove siamo partiti.Centenario da non perdere quello p... 2216 views ugo_brusaporco
La neve
La neve Poche cose al mondo hanno la capacità di modificare l'aspetto del paesaggio come la neve. E' un vero peccato che il manto bianco sia sempre più sottile e sempre... 2204 views Mario Spezia
Viaggio di un naturalista intorno al mondo
Viaggio di un naturalista intorno al mondo E' il titolo di un libro/diario, scritto fra il 1831 e il 1836 dall'allora ventiduenne Charles Darwin, che racconta il suo viaggio intorno al mondo a bordo del ... 2649 views Mario Spezia