gli impianti sono fermi, i parcheggi vuoti, la temperatura supera abbondantemente gli zero gradi, la pioggia ha ripulito le piste dalla neve.

E' dura fare i conti con i cambiamenti climatici. Eppure è di tutta evidenza che le condizioni meteorologiche sono cambiate negli ultimi decenni.

35 anni fa si sciava a Velo e ai Parpari, la seggiovia del Branchetto era la più bassa del comprensorio di San Giorgio eppure funzionava a pieno regime. A dire il vero il servizio è sempre stato pessimo e la maleducazione degli addetti agli impianti era proverbiale. Ma c'era la neve e c'erano gli sciatori e gli affari andavano a gonfie vele.

Un po' alla volta la temperatura si è alzata, gli inverni rigidi sono diventati un ricordo, di neve ne è venuta sempre meno e questi impianti sono stati via via abbandonati.

Durante il mese di dicembre negli ultimi anni c'è sempre stata una settimana particolarmente rigida, la più fredda dell'inverno. Niente di speciale, qualche grado sotto lo zero di notte. E' bastato un po' di freddo nelle ultime due settimane di dicembre per scatenare la ridda dei progetti di impianti di risalita sul Baldo e sui Lessini:

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Tra la fine dell'anno e l'inizio del 2014 ci potrebbero essere decisivi passi in avanti per chiarire il futuro della funivia di Prada. Tutto ruota attorno all'esito dell'assegnazione da parte della Regione dei fondi Fas (fondi aree sottosviluppate). Alla provincia veronese vanno due milioni, il rinnovo dell'impianto ne costa quasi sette. "L'auspicio", sottolinea l'assessore provinciale alle aziende partecipate Ivan Castelletti, "è che vengano trovate le risorse, siano queste costituite dai fondi Fas, da fondi regionali o da investimenti delle banche, per il rinnovo integrale degli impianti.

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"Pensiamo a un comprensorio che abbia base di partenza a San Giorgio e sfrutti gli impianti esistenti del Valon, magari potenziato, e della seggiovia Gaibana, aggiungendo il nuovo impianto per il Tomba", riferisce Marco Giani, direttore tecnico della stazione. La Bintar Snea lancia il progetto "Adotta un seggiolino", con la quale si chiede agli appassionati di neve e di sport invernali di farsi carico dell'acquisto di seggiolini per il nuovo impianto a fune che potrebbe riportare sul Tomba gli sciatori.

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Milioni di euro pubblici e privati (a dire il vero molto più pubblici che privati) investiti ancora una volta su impianti destinati a non funzionare mai. Il motivo è molto semplice: la quota della neve si alza ogni anno di più e tutti questi impianti sono situati sotto tale quota.

Nonostante ciò politici, amministratori pubblici e imprenditori privati non si danno per vinti. Al di là di ogni ragionevole certezza continuano con la consueta caparbietà l'assalto alla diligenza a caccia del bottino, frutto dalle innumerevoli gabelle imposte agli esangui cittadini veneti.

Di fermarsi un attimo per ragionare sui cambiamenti climatici in atto e sugli aggiustamenti che si rendono necessari non se ne parla neppure.

Foto: Albergo Valon in abbandono e parcheggio di San Giorgio alle ore 14.00

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