Ci sono tante maniere di fare il vino, come ci sono tanti modi di vivere. Nei momenti difficili, come quello che stiamo vivendo, serve buon senso e moderazione.

Paolo Pizzolato, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura, ha presentato i risultati delle proiezioni che i tecnici degli Studi Economici dell'Azienda regionale hanno elaborato in questi giorni per fornire al mondo agricolo ed agroalimentare veneto un' utile panoramica sull'andamento dell'anno passato. Le tradizionali proiezioni di inizio hanno mostrano che l'agricoltura veneta ha fatto meglio di altri comparti e regioni, anche se flette del 7,5%. Si stima che la caduta del PIL veneto nel 2009 sia stata pari al 4,4%, con una brusca frenata della produzione industriale (-15,5%) e in misura minore del commercio (-4,5%). Mentre il valore della produzione lorda agricola del Veneto conseguita nel 2009 è stato pari a 4.375 milioni di euro, con una flessione di circa il 7,5% rispetto al 2008; in gran parte dovuto alla diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli.

In particolare, per quanto riguarda la Viticoltura, si fa notare che: "L'andamento climatico e fitopatologico sostanzialmente favorevole, soprattutto durante la vendemmia, ha consentito alla viticoltura veneta di ottenere una produzione di uva e di vino rispettivamente pari a 1,1 milioni di tonnellate (+1,5%) e a 8 milioni di ettolitri (+0,6%).

Non sono mancate tuttavia le noti dolenti dal punto di vista commerciale, dato che i prezzi delle uve sono calati in media del 17% con punte del 30-40% a seconda della zona e della tipologia".

I nuovi indirizzi strategici prevedono di:

- Aumentare la propensione all'innovazione delle imprese agricole e agroalimentari venete e sostenere la loro capacità competitiva; - promuovere la produzione e l'uso di energia da fonti rinnovabili e favorire il risparmio energetico; - valorizzare il patrimonio agricolo e forestale regionale come aree pilota di sviluppo sostenibile; - salvaguardare la biodiversità agraria e naturale sia come valore in sé sia come strumento di tutela del territorio e delle produzioni tipiche; - favorire la gestione sostenibile delle risorse naturali.

Queste le analisi  e gli indirizzi di Veneto Agricoltura, che è l' agenzia regionale per l' agricoltura. Dio voglia che i nostri amministratori le conoscano e ne tengano conto!

Ma c' è un' altra presa di posizione molto interessante:

Luca Sartori,  presidente del Consorzio di tutela vini, afferma in una intervista rilasciata il 31.01.2010 a L'  Arena:  "La tendenza alla caduta libera dei prezzi si è fermata. La decisione di ridurre del 30% le uve destinate all' appassimento aiuta i produttori, che hanno deciso di autolimitarsi".

Ora qualcuno dovrebbe spiegarci come si conciliano la decisione di "limitare la produzione di uve destinate all' appassimento" e l' invito a "salvaguardare la biodiversità e a favorire la gestione sostenibile delle risorse naturali" con la continua espansione dei vigneti in zone collinari prive di acqua, con strati sottilissimi di terreno, con una esposizione al sole opposta a quella richiesta.

Da un lato tutti gli esperti e gli addetti ai lavori concordano nell' esigenza di limitare la produzione, dall' altro centinaia di ettari di bosco e di prati aridi (che di fatto costituiscono in termini reali la biodiversità) continuano ad essere trasformati in vigneti spazzando via i terrazzamenti tutte le volte che sono d' impiccio e modificando le curve orogenetiche per fare spazio al passaggio dei macchinari industriali. Il tutto con l' impianto di centinaia di pozzi per l' approvvigionamento dell' acqua ottenuti mediante profonde trivellazioni.  

Poi si pretenderebbe di spacciare il prodotto finale ottenuto con questi metodi come il frutto genuino dell' amore per la tradizione e per il territorio.  Ma, sopratutto, si fa finta di non capire che saranno proprio i viticoltori ad essere danneggiati da questa continua espansione speculativa.

Siamo ad un bivio: c' è la vecchia strada che conosciamo bene e che sta dimostrando tutti i suoi limiti e c' è una nuova strada, fatta di realismo, di buonsenso e di moderazione. Una strada che punta sulla qualità e non più sulla quantità del prodotto, che punta sulla limitazione dell' impiego dei fitofarmaci, che punta sulla conservazione e sul ripristino del territorio come veicolo di promozione del prodotto stesso.

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