Dopo avergli dichiarato guerra, gli ambientalisti vedono la lenta decadenza del computer. E tutto sommato se ne dolgono, perché il sostituto è peggiore, sotto tutti i punti di vista.

Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.

(Umberto Eco)


La definizione di ambientalista è quanto mai vaga e sfumata. Si può lottare per salvaguardare la natura in molti modi, proteggendo specie in via di estinzione, denunciando la diffusione dei pesticidi, opponendosi alla cementificazione e al consumo di suolo, e in decine di altri modi.

Per questo non deve stupire che i numerosi gruppi sparsi per l'Italia che riparano computer dismessi si ritengano ambientalisti. Il trashware, ovvero la pratica di recuperare vecchi computer per scopi di utilità socio culturale, è considerato dai suoi adepti un atto di ribellione, l'unico sbocco al dilagare di una tecnologia che mantiene, attraverso il meccanismo dell'obsolescenza programmata, insostenibili livelli di produzione, responsabili di devastazioni ambientali.

Con il trashware e il software libero (necessario per far girare degnamente i pezzi da museo che si trovano fra le mani) questi Don Chisciotte si illudono di rallentare questa escalation. E fino a pochi anni fa loro battaglia è stata in parte vinta: sono state centinaia le macchine che ogni gruppo organizzato è riuscito a strappare alla discarica. E stiamo parlando di decine di associazioni e officine popolari in tutta la nazione.

Ma da alcuni anni le cose stanno rapidamente peggiorando. In un'intervista rilasciata a riusa.eu, il nostro amico Mirco Gasparini traccia il futuro del trashware. "Le prospettive per il 2016 e per i prossimi anni non sono rosee," dice Gasparini: "Pochi percepiscono un computer usato come un valore aggiunto, e spesso si considera l'open-source come qualcosa di serie B."

"La maggior parte della gente," continua Gasparini nell'intervista, "non sa cosa farsene di un PC, anche perché oltre che navigare su internet, frequentare i "social network" e più che scambiare messaggi, non sa fare." Da simbolo di modernità a vecchiume destinato a morte lenta: cosa è successo al computer? Vediamo di dare una spiegazione storica.

Alla nascita del PC dalla seconda metà degli anni 80, le aziende informatiche si misuravano sulla base di uno standard. Per loro era una sfiga tremenda: bassi margini e confronto sempre presente con i pezzi costruiti dalla concorrenza. Questo periodo diede vita a numerose aziende locali (i cosiddetti assemblatori o cantinari). Con la nascita di Linux, una decina di anni dopo, il processo si completò e a fianco dei cantinari nacquero le associazioni trashware, con gli scopi di cui sopra.

Esisteva il software open, ma anche l'hardware era relativamente aperto, cioè le componenti erano standard e intercambiabili tra di loro. Se voglio impedire che un componente (esempio una scheda) possa essere usata in una macchina diversa da quella per cui è stato progettato, basta cambiare il connettore e il gioco è fatto: con la scheda ci puoi giocare ai birilli e niente più.

Il culmine fu raggiunto nel 2006, quando l'ultima azienda major che resisteva con hardware 'alternativo', la Apple, si convertì allo standard X86, conformandosi allo standard. Ma proprio la Apple stava mettendo le basi per il ritorno dell'hardware chiuso, con i suoi iPhone e iPad, concettualmente gli attrezzi più inutili della storia, ma forse proprio per questo destinati a sconvolgere l'informatica.

La storia ha emesso il suo verdetto: chi usa lo smartphone non usa più il PC. In pratica la fruizione del mezzo si autolimita per cause hardware (display piccolo, assenza di tastiera, connessioni variabili) e costringono gli utenti a un uso superficiale di strumenti social. Se l'attività in rete si limita a cliccare 'condividi' o 'mi piace', o a scrivere (spesso copincollare) brevi testi, questi infernali aggeggi soddisfano facilmente tutte le esigenze di comunicazione dei neo-trogloditi informatici.

Particolare riguardo merita anche la chiusura dei database: un database è aperto se è consultabile da tutti (per esempio, l'anagrafe), chiuso se è segreto. Aziende dai fatturati sterminati, come Google o Facebook, si fondano su una montagna di dati riservati, in pratica possiedono un fascicolo dettagliato sulla personalità e i gusti di ciascuno di noi. La forza di questi fascicoli sta nella loro segretezza: più sono riservati, più sono preziose le informazioni in esse contenute. I dati personali possono riguardare, come è noto, opinioni politiche, gusti sessuali, ma soprattutto abitudini di acquisto e interessi commerciali. Si tratta dell'affare più rilevante del web 2.0.

L'unione di hardware chiuso e database chiusi ha creato la situazione attuale, con il mercato dominato da pochissimi produttori, in numero sempre minore, con due standard software, quello Apple per i fighetti e Android per gli altri. Ed ecco che arriviamo alla crisi del trashware: i computer non li usa più nessuno. Quelli vecchi, meno che meno: che te ne fai di una macchina ingombrante, meno potente e veloce del tuo smartphone?

Fino a pochi anni fa si considerava il PC come qualcosa di diabolico, e oggi invece si piange per la sua prevedibile scomparsa. Il motivo non è una sorta di schizofrenia tecnologica, ma la consapevolezza che quello che ne prenderà il posto è un attrezzo peggiore, dal punto di vista ambientale, sociale e psicologico.

Il PC, secondo Gasparini "diventerà un oggetto per pochi eletti che proveranno il piacere di sedersi davanti ad una macchina e dire: fai quello che dico io!" Gli altri proseguiranno a sditacchiare compulsivamente sul touch-screen mentre mangiano, camminano ed espletano le funzioni corporee.

Contenuti correlati

Il carro del dio dell'oro
Il carro del dio dell'oro E' tutto un fiorire di iniziative che vorrebbero proporre una viticoltura rispettosa dell'ambiente e della biodivesità, ma in realtà nascondono una avidità smod... 2860 views Mario Spezia
Siamo diventati dei virus per il pianeta
Siamo diventati dei virus per il pianeta Un virus è un parassita che si replica a spese del suo ospite, talvolta fino ad ucciderlo. Questo è quello che il capitalismo fa con la terra.Philippe Descola è... 5491 views Mario Spezia
Lo spreco del colore
Lo spreco del colore Le stampanti laser bianco e nero escono di produzione e saranno sostituite da quelle a colori in tempi brevissimi. Un salasso per utenti e ambiente, reso possib... 1922 views loretta_mazza
Criminali!!!
Criminali!!! Cosa rimane in piedi del mercato e delle teorie liberiste?Qualche anno fa Francis Fukuyama, maître à penser dei neoliberisti, ebbe sfortunatamente a dire che la... 2126 views dallo
T R E D E S E D O D E S E
T R E D E S E D O D E S E Santa Lucia con le tradizioni popolari veronesi - sabato 12 e domenica 13 dicembre 2009 ' Rione Santo Stefano - VeronaCelebrare una Santa Lucia più legata alla ... 2069 views Mario Spezia
La distruzione dei canneti
La distruzione dei canneti La distruzione dei canneti lungo le rive del lago di Garda è iniziata nei primi decenni del '900 e sta continuando ancora ai nostri giorni.Le nuove piste cicla... 2707 views Mario Spezia
Che Piazza sarà?
Che Piazza sarà? Dopo un mese furibondo di campagna elettorale, tiriamo le somme e gettiamo le basi per andare avanti.Il 17 marzo abbiamo presentato il programma di piazza pulit... 2113 views Mario Spezia
Il temerario querelante deve pagare la stessa cifra richiesta al quere...
Il temerario querelante deve pagare la stessa cifra richiesta al quere... Ieri la Camera ha approvato il testo di Legge sulla diffamazione a mezzo stampa. È arrivato il momento di raccogliere altre firme contro le querele temerarie."S... 2006 views stefano_corradino