Un cartello appeso all'ippocastano che cresce dietro la cascina di Monteriondo ci ricorda una drammatica e commovente vicenda di tanti anni fa. La cascina è quasi completamente crollata, i terreni intorno sono stati spianati e trasformati in vigneto, l'ippocastano è quasi sommerso dai massi, il cartello con la poesia sta sempre più sbiadendo.

 

Salve, sono Attilia Righetti.

Salve a voi tutti che qui a Monteriondo

questo bel monte, venite a ritemprar

il corpo e lo spirito

in questa dolce quiete.

Sono nata qui, in questa casa

allora molto bella.

Ero la settima della covata,

in tutto otto fratelli,

due maschi e sei femmine

con papà Natale e mamma Albina

(genitori stupendi).

Ecco qui l'ippocastano di mio fratello

Attilio

ragazzo veramente nobile,

dotato di elette virtù.

Era nato il 10 aprile 1915,

lui teneva sempre per le cose belle.

Fu così che un mattino d'aprile del

1935

prelevato l'alberello dal vaio di

Roselle,

insieme lo piantammo qui.

Ricordo molto bene, era domenica

bellissima giornata.

Oro riprovo la stessa gioia,

anche mio fratello Attilio era tanto

contento,

diceva che avremmo goduto i bei fiori

e l'ombra.

Ma Attilio non lo vide mai fiorito

perché la guerra lo costrinse in Russia

da cui non è più tornato.

Ora questo bellissimo Ippocastano è

qui

a ricordo di Attilio Righetti, mio

carissimo fratello.

Tu che passi e ti soffermi, fai un

pensiero.

Attilio giovane e tanto buono e

generoso.

Nel ricordo più caro

la sorella Attilia

monteriondo

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