Questo articolo è apparso su Le Monde - Planète il 19.2.13. L'inchiesta sull'esposizione ai pesticidi dei salariati agricoli e dei confinanti è fondata sulla comparazione dei valori ritrovati sulle cavie e su un gruppo di 10 persone (testimone) residenti per la metà nei pressi dei vigneti.

Questa è la terra degli Chateau Fourcas-Dupré, Clarke, Moulin d'Ulysse. Listrac-Médoc, denominazioni di origine controllata, ricca di Crus Bourgeois. L'inchiesta sull'Esposizione ai pesticidi di lavoratori e residenti nei vigneti di Bordeaux, pubblicata martedì 19 febbraio, susciterà sicuramente reazioni.

Lo studio è stato condotto dall'Associazione Future Generazioni, che si occupa gli effetti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana e sull'ambiente, e si è basato sui dati raccolti dal laboratorio di analisi Kudzu Science con la collaborazione di Marie-Lys Bibeyran, che ha avuto un fratello, operaio agricolo, morto di cancro nel 2009.

L'indagine prende in considerazione un numero limitato di soggetti, dicono gli autori, e non riflette quindi lo stato di contaminazione media presente tra le popolazioni che vivono nei vigneti francesi. Tuttavia, lo studio delinea chiaramente che i residui di erbicidi, insetticidi e fungicidi sono molto più presenti nei quindici lavoratori che hanno preso parte allo studio, piuttosto che nel gruppo di controllo formato da dieci persone, cinque residenti vicino ai vigneti del Medoc Listrac ed altre cinque altrove, non impiegate nel settore della viticoltura.

 

RESIDUI IN MISURA UNDICI VOLTE MAGGIORE

 

Rispetto alle persone testate che vivono nella stessa zona, ma più lontano dai vigneti, la presenza media di residui dei fitosanitari va da un fattore undici, tra gli addetti alla viticoltura - anche quando non manipolano i pesticidi – ad un fattore cinque volte maggiore, tra gli abitanti che vivono di fronte ad un vigneto dello stesso comune.

Dei 50 prodotti normalmente usati in viticoltura - in particolare fungicidi - Kudzu Science Laboratory ha ricercato 35 molecole attive nelle ciocche di capelli di 25 volontari, raccolte tra ottobre e novembre 2012.

Infatti nei capelli le tracce di esposizione ad una sostanza permangono tre mesi. Dall'azoxystrobin (segnalato come irritante per gli occhi, pericoloso per l'ambiente),  allo zoxamide (irritante per la pelle, molto tossico per l'ambiente), per finire col diuron (vietato in Francia dal 2003), il laboratorio ha rilevato 22 sostanze diverse.

In media, tra i lavoratori agricoli sono stati trovate 6,6 sostanze diverse, contro le 0,6 riscontrate tra le persone che non esercitano questa professione. Quattro lavoratori su quindici presentavano 10 residui di pesticidi diversi, a volte in dosi elevate, in particolare fenexamid e fludioxonil.

Almeno il 45% delle molecole identificate sono classificate come potenziale cancerogeno in Europa o negli Stati Uniti, il 36% sono interferenti endocrini sospetti, ricorda Future Generazioni. Da soli, i 780 mila ettari di vigneti francesi rappresentano il 3,7% della superficie agricola dell'Esagono, ma consumano circa il 20% dei pesticidi (in peso).

 

LUNGO PERCORSO A OSTACOLI

 

Marie-Lys Bibeyran non fa mistero delle sue motivazioni personali: il fratello Denis, morto improvvisamente di cancro nell'ottobre del 2009. Lavorava nella viticoltura gestendo due ettari di vigneto. Prima di morire, ha parlato dei sospetti sull'impatto dei pesticidi nella sua professione.

Dal 2011, Marie-Lys Bibeyran, lei stessa lavoratrice stagionale, ha intrapreso un lungo percorso costellato da ostacoli giuridici e amministrativi per ottenere che il cancro fosse riconosciuto come malattia professionale. Si è unita all'associazione Phytovictimes e si è impegnata a fianco di Future Generazioni. E' stata lei che ha trovato i residenti disposti a partecipare alla ricerca. E' stato invece più difficile convincere i lavoratori agricoli, anche garantendo l'anonimato.

"Non possono immaginare che il loro lavoro possa avere un tale impatto sulle loro vite",  testimonia la Bibeyran. "Dopo il raccolto, vengono irrorate sostanze come minimo ogni due settimane: soprattutto il Round Up." La Bibeyran spera che lo studio porti una presa di coscienza. "Il pericolo è sottovalutato. Mio fratello non era il solo ad avere sangue dal naso.".

Da parte sua, Corinne Lantheaume, segretario regionale della CFDT e responsabile della sezione produzione agricola della Gironda, rimarca che la questione dei pesticidi è poco considerata in relazione ai disturbi muscolo-scheletrici.

Pertanto "alcune abitudini devono essere cambiate. Alcuni lavoratori salgono sul trattore indossando gli stessi vestiti con i quali hanno preparato il carico da irrorare", testimonia la Lantheaume. La loro schermatura non è a tenuta stagna e pertanto i vestiti si impregnano fortemente di prodotto. Cerchiamo di garantire che i dipendenti possano osservare una pausa di almeno dodici ore prima di tornare a lavorare sui campi. "

Il delegato sindacale riconosce che le sue raccomandazioni trovano scarsa presa: "La gente dice che per mantenere i loro posti di lavoro devono essere raggiunte buone rese e, per ottenerle, devono essere fatti i trattamenti."

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