Un articolo ironico di Massimo Gramellini solleva la sensibilità di chi, da sempre, ritiene il nostro sistema insostenibile.

Sulla stampa di oggi un trafiletto di Gramellini si domanda: "E se i banchieri ingordi di Wall Street che ci stanno restringendo le tasche fossero in realtà degli ambientalisti, travestiti da truffatori per non dare nell'occhio?"

Teoria ridicola, ma interessante. Questi ambientalisti travestiti da manager stanno riuscendo  "...dove avevano fallito Greenpeace, il protocollo di Kyoto e persino Pecoraro Scanio,"  sostiene Gramellini: "mandare in vacca il capitalismo."

"In virtù della recessione,  il prossimo anno le compagnie aeree taglieranno quattrocentocinquantamila voli, i consumi di petrolio crolleranno, molte industrie ridurranno la produzione, una quantità minore di cibo e di merci circolerà sulle autostrade e quasi tutti i Suv resteranno in garage," continua Gramellini, che conclude: "è molto più facile fare i verdi quando si sta al verde."

Già. Peccato però che in tempi di ristrettezze economiche l'ambiente non ci guadagna mai. I primi costi che si tagliano sono quelli inutili, non funzionali alla produzione e al consumo, quindi i costi di smaltimento e di depurazione. Il fosso costa meno del depuratore, e il cielo costa meno del filtro. Se c'è da abbattere i costi, i primi a essere abbattuti sono gli abbattitori.

Quando manca il pecunio, poi, si sfrutta fatalmente l'energia che costa di meno, che oggi è quella fornita da carbone e petrolio, con effetti devastanti sull'aria che respiriamo.

L'unica soddisfazione, per noi catastrofisti, è quella di poter dire: "L'avevo detto, io". E non mi pare un granchè.

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