Penn, Edge e Bono sfoggiano soldati ucraini sul red carpet tra gli applausi. Mentre il cinema celebra la guerra, la pace non è nemmeno invitata alla premiere.

Che bello, davvero. Niente di più commovente che vedere Sean Penn, Bono Vox e The Edge sfilare sul red carpet di Cannes in compagnia di soldati ucraini, osannati da una folla in delirio.

 Sì, mi sono detto, sono proprio gli autori di "Sunday Bloody Sunday", i miei idoli di ragazzino. E, per mostrare il loro messaggio di pace, non hanno pensato di portare sul tappeto rosso dei barellieri, dei medici di MSF o di Emergency, dei pacifisti o addirittura dei disertori. No! Meglio i militari in uniforme, no? Gente che, per quanto comprensibilmente in difesa del proprio Paese, è pur sempre addestrata a uccidere. Ma pazienza, l’importante è che faccia tendenza. Siamo nell'UE di Rearm Europe, quindi meglio puntare su un’eroica glamourizzazione della guerra.

Sean Penn, noto per la sua instancabile vocazione a trasformare ogni crisi internazionale in un personal branding opportunity, stavolta ha superato sé stesso. Non contento di aver documentato il conflitto in Ucraina come se fosse l’ultimo film di Tarantino, ha deciso di portare la guerra direttamente sul tappeto rosso. Perché la vera solidarietà, si sa, non sta nel lavorare per la pace, ma nel trasformare i combattenti in comparse da premio Oscar. E il pubblico, ovviamente, applaude. Perché in fondo, cos’è mai una guerra se non un’occasione per emozionarsi davanti a una buona storytelling?

E poi c’è Bono, santo subito. Il paladino dei diritti umani, che invece di invitare sul palco attivisti per il cessate il fuoco, sceglie di sfilare con uomini in divisa. Ma certo, perché no? Dopotutto, la pace è noiosa. La guerra, invece, ha quel qualcosa di cinematografico. E poi, diciamocelo: un documentario sulla resa (Stories of Surrender) accompagnato da soldati è una perfetta metafora dell’ipocrisia contemporanea.

Il messaggio è chiaro: Se vuoi fare la differenza, non lavorare per fermare il massacro. Sfruttalo per la tua campagna mediatica. Che importa se ogni giorno muoiono civili, se le famiglie vengono distrutte, se il dialogo è sepolto sotto le bombe? L’importante è che a Cannes ci sia un bel moment da postare su Instagram. #StandWithUkraine, ma solo se fa figo.

Guardate il grugno del primo soldato a destra. Non è il miglior testimonial possibile per una campagna contro la guerra?

E così, mentre l’Europa si commuove davanti a questa parata di buoni sentimenti bellicisti, nessuno si chiede perché mai un festival del cinema debba trasformarsi in una passerella per la retorica militarista. Dove sono i film sulla pace? Dove sono le storie di chi rifiuta di imbracciare il fucile? Ah, già, dimenticavo: non sono abbastanza sexy per il red carpet.

Che tristezza. Che vuoto. Che squallore. Ma del resto, in un mondo che applaude alla guerra purché sia instagrammabile, cosa possiamo aspettarci? Forse, un giorno, qualcuno avrà il coraggio di dire che la vera resistenza non è imbracciare un’arma, ma rifiutarsi di farlo. Ma fino ad allora, godiamoci lo spettacolo: la guerra è tornata di moda, e Cannes l’ha incoronata.

 
 
 
 
 
 

Contenuti correlati

Cristo o Barabba?
Cristo o Barabba? I britannici scelgono Barabba, gli spagnoli ancora Cristo. Si scatena il dibattito su quali poteri affidare al popolo e quali alla classe politica.   "... 2387 views Michele Bottari
Apocalypse Wine
Apocalypse Wine YouTube censura video sulla coltura industriale del Soave. Dopo il can can nei media, con numerose reazioni politiche, il documentario, girato da una classe di ... 5691 views redazione
La nostra unica speranza
La nostra unica speranza Greta è eterodiretta, giudicante e saccente. Ma se anche questo movimento di giovani fallisce, non abbiamo più alternative. Prospettive e limiti dei Fridays fo... 3146 views Michele Bottari
Ma non chiamateli integralisti
Ma non chiamateli integralisti Se vogliamo che sia guerra, allora facciamola. Ma rassegnamoci a subire numerose vittime innocenti, da una parte e dall'altra. Eppure, una soluzione ci sarebbe.... 2667 views Michele Bottari
Una piazza per l'Europa? No, grazie
Una piazza per l'Europa? No, grazie Michele Serra ha lanciato un appello per una manifestazione in favore dell’Europa. Ci sarebbe da piangere, se non ci fosse, soprattutto, da ridere. È così gr... 1613 views Michele Bottari
La paura della morte fa vincere le elezioni
La paura della morte fa vincere le elezioni Come si sta evolvendo la politica in relazione allo strapotere dei social media? Tra moderati e sovranisti, la parola chiave è la paura, come dimostrano le alte... 6300 views Michele Bottari
Prelati e affaristi sul Monte Baldo
Prelati e affaristi sul Monte Baldo Il titolare del noto ristorante (fastfood & takeaway) PEPPERONE di San Giovanni Lupatoto e una strana accolita di preti e baciapile ha deciso di tentare la ... 11346 views Mario Spezia
Libro: Via dei matti numero 37100
Libro: Via dei matti numero 37100 13 storie autenticamente veronesi raccontate da un causidico che conosce molto bene Verona. Si, l’avv. Renzo Segala (sperando che almeno il nome dell’autore ... 5943 views redazione