Zuckerberg all'UE: niente paura, il caso di Cambridge Analytica non si ripeterà. D'ora in poi solo chi paga potrà usare i nostri dati.

La sceneggiata dell'audizione di Zuckerberg presso il parlamento europeo si è risolta con un nulla di fatto. Troppa la differenza di intelligenza tra le parti. I parlamentari non avevano nemmeno capito quale fosse il problema.

Alla vigilia dell'entrata in vigore della 'terribile' GDPR, la regolamentazione generale sulla protezione dei dati (General Data Protection Regulation), l'amministratore di Facebook, Mark Zuckerberg fa visita al parlamento europeo, per tranquillizzare i nostri rappresentanti.

È una storia triste e inquietante: siamo da anni schiavi di un piccolo gruppo di multinazionali che ci controlla e ci traccia quotidianamente. Qualcuno lo chiama GAFA (Google, Apple, Facebook e Amazon, in ordine decrescente di pericolosità), e non ci va molto distante. Noi lo chiamiamo la Bestia.

La Bestia spia e ruba le nostre vite, in massa, come faceva in piccolo HGW 20/7 nelle "Vite degli Altri" (vedi trailer qui sotto), ma qualcosa recentemente è andato storto. Degli scriteriati si sono impadroniti di una parte dei dossier così diligentemente raccolti dalla Bestia, e li hanno usati per influenzare alcuni importanti eventi elettorali (vedi Facebook: è il sistema che è marcio).

 

Così un autorevole rappresentante della Bestia, Mark Zuckerberg, sta facendo il giro dei parlamenti che contano per rassicurare i rappresentanti del popolo che, sì, hanno sbagliato, ma non si ripeterà più, e i dati d'ora in poi saranno protetti. All'opinione pubblica non disturba che questi dati siano raccolti minuziosamente dalla Bestia, e che siano usati per gli affari propri della Bestia stessa. L'importante, come ha fatto notare il presidente del Consiglio Europeo Tajani, è che terze parti non possano impadronirsene senza il consenso della Bestia.

Il popolo europeo rappresentato da Tajani non si fida (e ci mancherebbe...) delle cosiddette "terze parti", ma qualcuno dovrebbe spiegarci per quale motivo ci dobbiamo fidare ciecamente della Bestia, raccomandandoci con loro di custodire bene i dati.
La verità, nascosta da questo frastuono mediatico, è purtroppo ben diversa:

1. I dati, ovvero miliardi di circostanziati dossier (vedi articolo sul Fatto quotidiano) su ciascuno di noi, esistono, sono nelle mani della Bestia, e sono costantemente aggiornati dal nostro comportamento quotidiano, sempre accompagnato da un dispositivo tecnologico spia;

2. I dati sono costantemente utilizzati dalla Bestia, ufficialmente per fini commerciali, ma non abbiamo alcuna prova che non siano usati per fini diversi, come il controllo politico/sociale;

3. Quand'anche questi dati fossero utilizzati esclusivamente per fini commerciali, questo costituirebbe in ogni caso un abuso fenomenale di una posizione di dominanza, uccidendo la concorrenza su cui si basa il nostro sistema economico, il che porta a una sempre maggiore concentrazione di ricchezza e potere (vedi Uber Economy 3: the winner);

4. I primi tre fatti sono permessi e favoriti dalle leggi vigenti e future. La legge si premura soltanto di impedire che 'altri' soggetti si possano impadronire dei dati senza il consenso della Bestia (e senza averne pagato la fattura). E questa è l'unica rassicurazione che Zuckerberg, in rappresentanza della Bestia, ha dato ai beoti che lo stavano ad ascoltare.

Nel frattempo, caso strano pochi giorni dopo la visita del ragazzino cravattato, entra in vigore una nuova 'terribile' legge che nelle intenzioni dell'UE dovrà seriamente limitare lo strapotere della Bestia. Come? Costringendola a farci firmare un pacco di scartoffie (virtuali) prima di accedere ai suoi servizi-spia.

Gli operatori della Bestia stanno ancora ridendo: è da quando sono nati che ci fanno firmare scartoffie piene di avvisi, che nessuno ovviamente ha mai letto, ma che hanno parato il loro culo finora. Per loro, basta cambiare qualche parola, e il gioco è fatto.

Contenuti correlati

I ricchi uccidono il pianeta
I ricchi uccidono il pianeta La ricchezza rovina il nostro pianeta. Inoltre, ostacola anche la necessaria trasformazione verso la sostenibilità, condizionando le relazioni di potere e gli s... 4785 views Michele Bottari
Uber economy 6: stupidera
Uber economy 6: stupidera I social media sono uno strumento di controllo politico, e la frivolezza dei contenuti veicolati è funzionale a questo controllo. Non solo facebook e compagnia ... 2314 views Michele Bottari
Pericoli pubblici: Jeff Bezos
Pericoli pubblici: Jeff Bezos Analizziamo il peggio della Bestia, ovvero Amazon, azienda ingiustamente sottovalutata, ma potenzialmente la migliore candidata a dominare il mondo. Tra le GAF... 6968 views Michele Bottari
Cingolani punta tutto sull'auto elettrica
Cingolani punta tutto sull'auto elettrica Secondo il ministro Cingolani, dobbiamo elettrificare le automobili, perché tutto resti come prima, compresi i SUV. La fisica, questa sconosciuta. "Se non ... 6457 views Michele Bottari
Ci friggeranno il cervello
Ci friggeranno il cervello Se la Bestia non vi basta, se vi sembra poco il fatto che una decina scarsa di compagnie private controlli l'intero orbe terracqueo, state tranquilli. È in arri... 4686 views Michele Bottari
La Bestia contro il Coronavirus
La Bestia contro il Coronavirus Non nascondiamocelo: il virus si batte se rinunciamo in blocco alla nostra privacy. Ne vale la pena, ora. Ma dopo, sarà possibile tornare indietro? In Unione E... 4440 views Michele Bottari
Sabotaggio 4: rivoluzioni social
Sabotaggio 4: rivoluzioni social La sopravvalutazione dei vantaggi della tecnologia è una costante degli attivisti di tutte le epoche, quasi quanto la sottovalutazione degli aspetti negativi. S... 2051 views Michele Bottari
Uber economy 5: piedi di argilla
Uber economy 5: piedi di argilla Il colosso è grande e forte, ma fragile. Proviamo a smascherare il potere dei giganti della web-economy. Conoscere l'avversario prima di imparare la nobile arte... 1933 views Michele Bottari