I nomi dialettali di questi 3 frutti derivano direttamente dal nome scientifico della pianta e ci raccontano una storia antica di millenni.

A volte i nomi ci tramandano un patrimonio di informazioni che oggi noi, con la nostra smania di velocità anche nell'uso del linguaggio, rischiamo di perdere.

Sirèse, termine dialettale per ciliegie, deriva da Prunus cerasus, pèrseghi, che poi sarebbero le pesche, deriva da Prunus persica e armìli, vale a dire albicocche, è una corruzione di Prunus armeniaca.

Prunus cerasus è la pianta selvatica che produce le marasche o marene o amarene o vesciole. Proviene dall'areale del Mar Nero. E' stata importata in Italia nel millennio prima di Cristo ed ora è considerata una specie naturalizzata, presente in tutte le regioni. Cresce sia coltivata che inselvatichita in boschi e radure, sopratutto nella zona collinare. Da non confondere con il Prunus avium, che è il ciliegio selvatico, probabilmente originario dell'Asia occidentale, che produce dei piccoli frutti (1 cm di diametro) dolci e molto apprezzati dagli uccelli (da cui il nome avium). Sul versante occidentale del monte Baldo è ancora possibile imbattersi in qualche maestoso esemplare di ciliegio selvatico.
Su Acta plantarum leggiamo:
Curiosità: Plinio il vecchio afferma che prima che il console romano Lucius Licinius Lucullus sconfiggesse Mithridates nel 74 a.C., "Non vi erano ciliegie in Italia". Secondo lui quindi fu Lucullus ad introdurle da Pontus.
Questa affermazione è smentita nei fatti da semi di un certo numero di specie di ciliegie che sono stati trovati in scavi archeologici dell'età del bronzo ed in siti archeologici Romani in tutta Europa.
Così come studi condotti sui semi e pollini presenti negli strati preistorici (paleocarpologici) degli scavi dell'area di Lazise hanno rivelato fra l'altro la presenza di Prunus avium vel cerasus.
Già molti secoli prima dell'era cristiana i Greci distinguevano diverse varietà di ciliegie e nel III secolo a.C. Teofraso ne descriveva la coltura come stabile in quei luoghi.
Poche e incerte rimangono comunque le notizie che si hanno del ciliegio acido. Forse i suoi frutti sono raffigurati negli affreschi di Pompei, forse Virgilio si riferiva a questa pianta in un passo della seconda Georgica. Pare accertato che il Prunus cerasus allora fosse impiegato come soggetto da innesto.

Prunus persica, pesco, deve il suo nome al presunto paese di provenienza, la Persia, attuale Iran. In realtà il Prunus persica proviene dalla Cina, dove era considerato simbolo di immortalità. Dalla Cina il pesco è lentamente emigrato verso occidente, arrivando prima in Persia e di lì in tutto il bacino del Mediterraneo. Già nell'antichità era conosciuto in Egitto, molto amato da Alessandro Magno e coltivato da greci e romani. Ci riferiamo ovviamente alla pianta selvatica e non alle varietà che vengono coltivate ai nostri giorni, ottenute mediante ibridazione. Può comunque capitare di rinvenire qualche esemplare inselvatichito di P. persica oppure si può acquistare qualche giovane pianta presso i vivai specializzati.

Prunus armeniaca, albicocco, è stato a lungo ritenuto originario dell'Armenia, ma proviene anch'esso dalla Cina nord-orientale. Dall'oriente è emigrato verso occidente già nell'antichità attraverso la Via della Seta ed era conosciuto e coltivato sia dai greci che dai romani. Durante il Medio Evo quasi scomparve e fu in seguito reintrodotto in Europa dagli arabi, che lo chiavano Al-barquq, da cui deriva la parola albicocco.
Una antica leggenda armena narra di una fanciulla che vegliò per tutta la notte un albero di albicocco che doveva essere abbattuto. Alla mattina lo trovò carico di frutti dorati, che nella poesia armena vengono paragonati alle guance delle fanciulle.

Appartengono tutte al genere Prunus e alla famiglia delle Rosacae, come molti alberi da frutto coltivati alle nostre latitudini (mandorlo, melo, pero, susino, prugna, cotogno, sorbo).

Contenuti correlati

Louvre: la montagna ha partorito il topolino
Louvre: la montagna ha partorito il topolino Parturient montes, nascetur ridiculus mus (Orazio). Il Comune muove le montagne, ma il Louvre sbertuccia Verona.Tosi, Goldin & C. mettono a segno un co... 2429 views Mario Spezia
DillaTu
DillaTu Mercoledì 21 marzo 2012 dalle ore 18.00 fino a 20.00 a V E R O N A PrimaVera PoEtica.... I luoghi: un itinerario che parte da piazza dei Signori, con raduno sot... 2081 views Mario Spezia
Il cemento sul giornale
Il cemento sul giornale Grande prova di giornalismo del Bugiardello, che conferma la sua indipendenza e l'attenzione per la pluralità delle opinioni in campo.La sezione di Epidemiologi... 2717 views Mario Spezia
'Usa e getta' no grazie
'Usa e getta' no grazie Pannolini lavabili, una scelta consapevole che merita di essere incentivata dalla politica per almeno tre motivi: per sostenere le famiglie, per inquinare meno,... 2558 views alice_castellani
Sotto il segno del drago
Sotto il segno del drago Il sole non tramonta mai sui possedimenti dell'impero cineseL'impero cinese controlla completamente l'Asia centrale, il sud-est asiatico, gran parte del contine... 3498 views Mario Spezia
Logiche rovesciate
Logiche rovesciate Tra autolesionisti, nuclearisti e seguaci del PD, le contraddizioni della logica a causalità rovesciata.Talvolta ragioniamo per slogan. E questi slogan si radic... 2474 views Michele Bottari
Valpantena, valle degli dei
Valpantena, valle degli dei Ora che gli dei sono fuggiti, perchè non asfaltarla tutta?Valpantena da salvaguardareIl CiViVI ha promosso una raccolta firme contro il prolungamento della SP6 ... 2409 views donatella_miotto
Mettiamo al bando i Pesticidi e gli OGM in Italia
Mettiamo al bando i Pesticidi e gli OGM in Italia Cascata delle Marmore (Terni) 4-6 luglio 2013: Conferenze a sostegno della Campagna per il Bando dei Pesticidi e degli OGM. Incontro nazionale di tutte le forze... 2458 views Mario Spezia