La causa fondamentale della disastrosa situazione economica in cui ci troviamo è data dall'alto grado di illegalità che pervade tutti i settori della nostra economia, partendo dai funzionari dello Stato e finendo con le bancarelle dei prodotti a km zero.

"Era libero di rubare e vendersi libri rarissimi sottratti dalle varie istituzioni culturali che ha toccato nel tempo, in veste di "manager" benedetto da ministri e robusti sponsor politici. È stato libero, appena nominato direttore della Biblioteca statale oratoriale dei Girolamini a Napoli, di colpire a morte e incassare qualche milione di euro dal saccheggio di almeno 4mila testi, colpo senza precedenti inferto a uno dei patrimoni librari più preziosi d'Europa.

E oggi Massimo Marino De Caro, 42 anni, reo confesso, condannato in via definitiva dalla Cassazione a sette anni di carcere per peculato, ma in detenzione domiciliare, è libero - perché autorizzato dai giudici del Tribunale di Sorveglianza di Verona - di uscire ogni mattina dalla sua villetta del nord est e dedicarsi a varie attività, per quasi tutta la settimana".

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Piccola storia emblematica, fotografia di uno Stato che non sa tutelare i suoi tesori, e neppure sanzionare i suoi traditori. Emblematica di un costume che pervade tutto l'apparato statale. In tutta Italia viene oramai considerata "normale" la prassi di utilizzare le cariche pubbliche per ottenere dei profitti privati.

Si fa così nel Meridione d'Italia come in Veneto, a Venezia come a Verona. I processi veneziani che hanno visto coinvolti i vertici politici ed amministrativi della Regione Veneto hanno evidenziato un sistema di drenaggio delle risorse pubbliche che non lasciava niente al caso. A Verona i processi celebrati a carico di alcuni personaggi politici hanno appena sollevato il velo che tuttora avvolge un sistema oliato e consolidato di tangenti.

Ancora più gravi, per le conseguenze che questi comportamenti alla lunga comporteranno, sono i rapporti emersi dalle indagini della magistratura fra alcuni politici veronesi e i vertici di una ‘ndrina calabrese.

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Alcuni "incidenti", che recentemente si stanno ripetendo con una certa frequenza soprattutto ai danni di aziende che si occupano del trattamento dei rifiuti, sono il segno tangibile di una penetrazione che ormai è molto più profonda di quanto si voglia ammettere.

"Un incendio di vaste proporzioni è scoppiato ieri mattina intorno alle 10.40 alla Fertitalia Srl, l'azienda di compostaggio a capitale totalmente privato che dal 1996 è attiva in località Serragli, a Villa Bartolomea nella Bassa. L'allarme è stato lanciato poco dopo da un residente che aveva notato una densa colonna di fumo levarsi proprio sopra gli impianti. Nel giro di una mezz'ora, le fiamme si sono propagate a tutta l'area. Il fuoco si è fatto largo all'interno del grande fabbricato dove ogni anno vengono trasformati in fertilizzanti circa 130mila tonnellate di rifiuti, danneggiando gravemente la copertura e l'impianto fotovoltaico sovrastante, la vasca di aspirazione, gli apparati elettrici e tutti i locali adiacenti. In fumo tonnellate di compost e diversi macchinari".

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I concorsi pubblici e le gare d'appalto risentono pesantemente del clima di illegalità in cui tutta la nostra società sta sprofondando. Tutti gli italiani, compresi i bambini, sanno che non si vince nessun appalto senza avere dei potenti "santi protettori" e che bisogna essere riconoscenti verso questi "santi protettori" che ti permettono di portare a casa la pagnotta. Che poi questo comporti dei costi complessivi per le opere pubbliche due o tre volte più alti che nel resto d'Europa è ormai considerato un effetto collaterale inevitabile .

E' ovvio che una classe politica di questo tipo sia poco preoccupata del grado di competenza dei tecnici e dei politici ai quali viene via via affidata la gestione dei vari enti pubblici. A Verona assistiamo da anni al disastro dell'Aeroporto Catullo, della Fondazione Arena, di Verona mercato, della A4 Holding Spa. Nessuno sembra preoccuparsi più di tanto delle perdite milionarie che queste società accumulano di anno in anno.

In questo contesto era facilmente prevedibile che la legge sulla trasparenza degli enti e delle aziende pubbliche fosse una delle leggi più inapplicate dello Stato Italiano. Inutile cercare i nomi e gli stipendi dei dirigenti, i bandi di concorso, le gare d'appalto, le delibere relative ad affidamenti e appalti. Un piccolo esempio emblematico: prova a cercare nel sito del comune di San Pietro in Cariano gli incarichi (nome delle ditte e relativi importi) affidati per la realizzazione del progetto di valorizzazione dei Sentieri della Fede.

Le ditte private italiane, d'altra parte, devono fare i conti tutti i giorni con problemi anche più gravi.

In Italia non c'è nessuna legge che obblighi i "clienti", siano essi privati cittadini, imprese, comuni, regioni o ministeri, a pagare le fatture. Anzi, qualsiasi avvocato sarebbe in grado di spiegarci che è molto più semplice evitare di pagare una fattura che doverla riscuotere. Tutta la legislazione relativa ai fallimenti e ai concordati sembra fatta più da una associazione a delinquere preoccupata di mettere in salvo la propria refurtiva, cha da uno stato preoccupato di rendere sicuro ed affidabile il sistema della riscossione dei crediti.

Ma alla fine della fiera sembra che tutti gli italiani apprezzino questa situazione di illegalità dilagante.

Fa comodo a tutti affittare una stanza in nero al turista di passaggio o alla studentessa universitaria fuori sede. E poi, se le melanzane che vengono vendute nel banchetto a km 0 non vengono proprio dal campo del contadino/spacciatore, che sarà mai?

Sempre melanzane sono!