Disquisizioni sui "trecentomila fucili verdi".

Domenica scorsa vado a ramengo in bici per la Lessinia con gli amici Stefano e Sandro, lo stambecco del Carega. Arriviamo al Falz, la contrada più elevata della Lessinia, situata sotto Malga Marian. Dappertutto le tracce del passato splendore e del presente abbandono. Ricordo, le volte passate, una rindola (grondaia fatta di corteccia) scendere dal tetto per alimentare di acqua piovana l'enorme cisterna. Ora non c'è più.

 

Andiamo a visitare la bellissima stalla. Un possente arco sostiene la struttura assieme a caratteristiche colonne rose dai vermi del tempo. Sandro, 60 anni, e originario dalle parti di Velo, ricorda i filò degli inverni lontani. La disposizione delle vacche, l'andito (canaletta per le deiezioni) e la greppia … I bocaroi su in alto, per arieggiare il fieno. Par di vedere le nuvolette del fiato e sentire l'odore acre di letame.

 

Usciti, mi imbatto in un albero con le foglioline abbozzate. Il margine seghettato e l'altitudine mi fregano! Butto li: "Elo un maliper (sorbo comune)"? Sandro lo guarda bene. "Ma che maliper... Vedito mia la cortecia? L'è un saugo (sambuco nero)".

E qui mi racconta una storiella.

Da piccolo, suo papà prendeva i rametti di sambuco e ne ripuliva il midollo centrale (da cui saugo in dialetto, persona senza cervello, insulsa), ricavandone una cannuccia. Dopo di che raccoglieva delle radichette di gadol (iris, molto usato negli anni addietro in ambito farmacologico) . Ne infilava una all'estremità della cannuccia. Poi ne infilava un'altra all' estremità opposta in maniera tale da creare una pressione interna. A un certo punto la spinta di una radichetta faceva aumentare la pressione interna verso l'altra, causandone la fuoriuscita con un caratteristico schiocco.

Era il gioco dello s-ciopeto vegetale.

E qua non posso fare a meno di pensare ai trecentomila fucili verdi dei leghisti annunciati in pompa magna da Bossi …

Proseguiamo il giro. Lanciamo un'occhiata verso la Val d'Illasi. In lontananza c'è Badia Calavena, famosa per i trombini.

Trombini. Tromboni: il cerchio si chiude.

E, purtroppo, a sera, anche il giro in bici.

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