Il sottosegretario Lotti ha assicurato 100 milioni da parte del governo per il nuovo collettore, ma i parlamentari del M5S sono convinti che quei soldi il governo non li ha. La campagna referendaria si combatte a suon di promesse che difficilmente verranno mantenute.

100 milioni per il nuovo collettore del lago di Garda, 65 milioni per bonificare la discarica di Ca' Filissine e 80 milioni per contrastare l'inquinamento da Pfas nelle acque delle provincie di Vicenza, Verona e Rovigo. L'attuale governo sembra godere di una disponibilità economica illimitata.

Non passa giorno senza che Renzi prometta finanziamenti miliardari per i più diversi settori della società italiana. Se il governo dovesse effettivamente erogare tutti i finanziamenti promessi negli ultimi mesi, gli italiani dovrebbero tremare, perchè le nuove spese si tradurrebbero inevitabilmente in un consistente aumento delle tasse.

Sappiamo da tempo che le condizioni delle acque del Lago di Garda sono pessime:

IL lago di Garda sta morendo

Il nuovo collettore del lago di Garda

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Non lo diciamo solo noi, lo ammettono anche gli amministratori dei comuni rivieraschi e i dirigenti delle aziende che gestiscono il collettore attuale. C'è un problema di inadeguatezza nella progettazione dell'impianto attuale, ma c'è sopratutto un problema di usura con il rischio di rotture nei condotti e di sversamento nel lago.

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Dobbiamo poi tener conto del fatto che, oltre ai liquami fognari, finiscono nel lago anche i residui dei prodotti stallatici e chimici utilizzati in agricoltura (nitrati, nitriti, additivi chimici, pesticidi, ecc).

I giornali ci hanno informati nei giorni scorsi che due ricercatori tedeschi dell'Università Georg-August di Gottinga stanno raccogliendo i campioni dell'acqua del lago con lo scopo di trovare tracce minime di circa cento composti tra cui pesticidi, erbicidi, farmaci, antibiotici e indicatori di impatti antropici. La campagna di prelievi dei super esperti tedeschi è coordinata dal responsabile tecnico di Azienda gardesana servizi (Ags) Paolo Varotto e dal referente di IntCatch per l'Università di Verona Francesco Fatone. Capiamo il professore universitario, capiamo meno il responsabile tecnico di Ags. Saremmo tutti più tranquilli se i controlli venissero coordinati da agenzie indipendenti, ma tant'è, i nostri politici preferiscono fare contemporaneamente la parte dei controllati e quella dei controllori.

La pressione antropica sul Lago di Garda ha continuato ad aumentare negli ultimi 20 anni e, se prestiamo fede alle concessioni edilizie dei comuni rivieraschi, continuerà ad aumentare anche nei prossimi anni. Il turismo tira e quindi si continua a costruire sia per il settore alberghiero che per quello residenziale.

Sarebbe il caso di chiedersi se esista un limite oltre il quale questa pressione diventa insostenibile, ma ovviamente nessun politico ci sente da questo orecchio. Tutti fanno finta di credere che la tecnologia sia in grado di far fronte a qualsiasi problema, anche se i dati della realtà ci dicono esattamente il contrario.

Sarebbe anche il caso, prima di finanziare un progetto, di chiedersi se effettivamente quello sia il progetto migliore. La realizzazione di un unico collettore per tutto il lago comporta un costo molto elevato, un aumento del rischio derivante da guasti e costi di gestione e di manutenzione anch'essi più elevati. C'è anche un effetto di deresponsabilizzazione sulle amministrazioni locali, in quanto un impianto di queste dimensioni difficilmente viene percepito dagli amministratori e dai cittadini dei vari comuni come qualcosa di cui ognuno deve farsi carico.

Proprio per questi motivi il M5S propone delle soluzioni alternative, che consistono sostanzialmente nella creazione di tratti di collettore indipendenti e serviti ognuno da un proprio depuratore, evitando così le tubazioni di attraversamento del lago (la più importante fra Toscolano e Torri) e le stazioni di pompaggio dei reflui. Un governo responsabile, prima di finanziare uno o l'altro dei progetti, tenterebbe di capire quale sia il migliore, il meno costoso e quello in grado di rispondere meglio alle esigenze generali di conservazione del più grande lago italiano.

Purtroppo il referendum incombe e la sopravvivenza del governo dipende dalla vittoria del Si e non dalla salute delle acque del lago di Garda.