Antolini sa dare corpo ai sogni e alle fantasie che sgorgano dalle rime del nostro poeta dialettale.

Giorgio Ghelfi propone una simpatica edizione di alcune composizioni di Bepo Spela, alias Giuseppe Barni, noto poeta dialettale veronese morto nel 1964. Scrisse lui stesso il suo epitaffio:

" In ‘sto posto riposa Bepo Spela

che l' è spirado, proprio giusto, il quela

…che del tuto è vegnù a mancarghe el fià…

(se el ghe n' avesse…no ‘l saria mia qua…)

Parla di Verona, di Giulietta e Romeo, del Lago, del Baldo, delle "Opere", sempre con garbo ed arguzia, usando bene il dialetto e mantenendo uno spirito libero e curioso. Una bella finestra sulla prima metà del secolo scorso. , tuttora vivo e vegeto, da corpo alle immagini dei racconti con alcuni acquerelli pieni di riferimenti, di richiami, di allusioni, come è nel suo modo di dipingere. Lo spazio, colmo di volumi e colori, mette in moto i personaggi, gli uomini, gli animali e anche gli oggetti. La tavola diventa un racconto, narra una storia a sé.

Davide Antolini

Il riferimento al fumetto è evidente, con tutte le implicazioni grottesche e paradossali, ma la trama si allarga sempre in una visione incantata, quasi innocente, della realtà. Così una curiosità infantile, ma colta, istintiva, ma segnata dal mestiere, varca sistematicamente il confine della realtà e penetra in un mondo di sogno in cui tutto è trasfigurato, in cui la fantasia viaggia libera e si apre continuamente nuove strade.

 

Proprio la leggerezza caratterizza la migliore pittura di Davide Antolini, e anche un misto di allegria e di ironia sorniona.

Il suo amore per la natura si impasta con fascinazioni tecnologiche e con continui richiami alla mitologia e alla letteratura attirandoci in un mondo nel quale finiamo, a nostra volta, per perderci….

Alla Galleria Ghelfi, piazza Erbe, 31