Avvincente giallo nel bosco. Un intricato caso di omicidio solleva, anche nell'ambiente silvano, l'inquietante problema della sicurezza.

Sentite cosa mi è successo domenica scorsa. Stavo passeggiando con la famiglia sopra la Frizzolana, antico nome di Boscochiesanuova.

Aria cruda, quasi invernale, giusto per ricordare che stava cominciando l'Autunno. Qualche sparo in lontananza, giusto per ricordare che cominciava anche la mattanza annuale. Pardon, la caccia. Passammo la contrada Scala e alla caratteristica croce, girammo a sinistra. Il sentiero si inoltrava nel Bosco, sopra il Scalon. C'era oscurità, quasi buio.

Le silhouette di Faggi e Abeti, viste dal basso, gettavano nell'animo un sentimento di inquietudine. Parevano un esercito immobile di giganti in attesa del comando di attacco. Lo spezzarsi di rametti secchi incuteva quasi paura. Là in fondo, ad Ovest, la Sponda Nera. Anche i toponimi, ci si mettevano!

E ci imbattemmo nel fattaccio. Penne e piume di uccello sparse qua e la. Il calamo reciso, mordicchiato. Tentai di disegnare mentalmente l'identikit dell'omicida, forse una volpe o una martora. "Certo -pensai- che anche qua non si sta tanto sicuri". Nel mentre che stavo finendo di congetturare, venni rapito da un incantamento. Un branco di elfi mi prese per mano e mi condusse via da Wiebke e Lorenzo.

Al risveglio, sembrava essere passata un'eternità, mi trovai in una radura. Al centro campeggiava un monumento al Professor Gufo Solivo, che nell'Ottocento aveva studiato la criminologia animale. Secondo tale teoria, la furbizia della Volpe, la ferocia del Lupo, ecc. non derivavano altro che dai loro tratti somatici.

Ma, dietro il monumento, la sorpresa! Era in corso una riunione fra i notabili di partito che governavano il Bosco. Essa era presieduta nientepopodimeno che dal cavalier Volpe Betulloni, giunto con un volo in Libellula speciale dalle sue immense tenute nei Lagorai. Il cavaliere, per il suo dualismo (o conflitto di interessi?) animal-vegetale era già entrato nel mito.

Alla riunione c'erano proprio tutti. Falso Bosso della Lega Mus-cio e Gambero Pini di Alleanza Forestale, noto in gioventù per essere stato sostenitore della superiorità Arborea. C'erano anche alcuni notabili locali: Tarlone Fagian, governatore della Regione dei Folignani e Martora Nosa, il sindaco sceriffo del Comune di Albi de Cornesel. Quest'ultimo accompagnato da oscuri burocrati, dall'aria un po' sprovveduta.

Si era appena discusso animatamente dell'annoso problema della compagnia di bandiera del Bosco, l'AliSelva. In pratica, il personale di terra (Picchi Verdi, Succiacapre e Galli Cedroni) e gli addetti al volo notturno (Civette Capogrosso, Gufi Reali,...) avevano interrotto l'erogazione del servizio, in seguito alla sostanziosa riduzione dei compensi giornalieri. In particolare i Picchi Verdi non ne volevano sapere di passare da 100 a 40 Formiche al giorno.

Ed ero giusto capitato per il punto seguente all'ordine del giorno: la sicurezza nel Bosco! Si cominciò a discutere degli ultimi brutali episodi accaduti. In particolare, anche di quello successo al Scalon, di cui avevo visto il triste epilogo. Vennero subito individuati i presunti colpevoli: bande di Astori e di Falchi Pellegrini giunti in migrazione dall'Est Europeo, che stazionavano nelle radure di sosta, senza far niente tutto il giorno.

Il racconto continua...