Il traforo fa parte di un sistema di traffico basato sul mezzo privato e va ad aumentare il traffico nella direttrice Piazza Isolo – Via Mameli.

Le migliori città europee ci hanno insegnato che il problema si risolve con un sistema efficiente di trasporto pubblico.

La settimana scorsa il sindaco Sboarina ha rilanciato il progetto del traforo corto, "una strada ad uso urbano tra Ca' di Cozzi e Poiano, che verrebbe a costare un decimo del progetto precedente".

Sui costi e sul finanziamento si è immediatamente scatenata la bagarre. In due giorni il costo è passato da un decimo ad un quinto e i 53 milioni della società autostrade hanno cominciato a ballare. Il PD definisce il traforino una soluzione improvvisata e reclama una pianificazione complessiva del traffico. Bertucco, con la sua consueta puntigliosità, spiega che una società autostradale non può finanziare la viabilità ordinaria. Sperotto demolisce il progetto pezzo per pezzo, da Poiano a Ca' di Cozzi, senza dimenticare il collegamento con Verona Nord.

Una cosa è sicura: si continua a ragionare esclusivamente in termini di trasporto privato. L'esempio delle più moderne città europee, dove il trasporto privato è stato largamente sostituito dal trasporto pubblico con un abbattimento massiccio dell'inquinamento e del traffico, non viene neppure preso in considerazione. Sia le grandi capitali che le piccole città europee puntano da decenni su un sistema di trasporto pubblico combinato (bus, navette, filobus, metro) che di fatto rende inutile e non conveniente l'utilizzo del mezzo privato. Non c'è bisogno di esempi, perchè i veronesi sono abituati a viaggiare (chi per lavoro e chi per turismo) ed hanno potuto verificare di persona l'efficienza e la convenienza dei mezzi pubblici nelle varie città dell'Unione Europea.

Non siamo urbanisti e non vogliamo proporre piani del traffico improbabili ed incredibili. Semplicemente, da privati cittadini che si permettono di immaginare una città più vivibile, vorremmo che venissero prese in considerazione anche altre ipotesi.

Per esempio: un bel parcheggio scambiatore in corrispondenza del supermercato Famila in Via Ca' di Cozzi, una linea di metro che viaggia su via Mameli, sotto terra o sopraelevata, si infila nelle Torricelle in corrispondenza della ex-stazione Verona-Caprino ed esce fuori a Poiano, nei pressi dello svincolo della superstrada, dove andrebbe previsto un secondo capiente parcheggio scambiatore.
https://www.bresciainfrastrutture.it/metropolitana/mappa-stazioni-metro/
http://mapa-metro.com/it/italia/brescia/brescia-metropolitana-mappa.htm

I più importanti attrattori di traffico della zona sono l'Ospedale di Borgo Trento e le varie scuole distribuite tra l'ospedale e Ponte Pietra. Le migliaia di operatori e di utenti di questi servizi potrebbero parcheggiare le loro macchine nei parcheggi scambiatori e proseguire verso l'ospedale e le scuole con il mezzo pubblico. Le migliaia di mamme che portano i figli a scuola ogni mattina e li vanno a riprendere al pomeriggio potrebbero imbucare i figli nel metrò, cosa che comporterebbe un ingente risparmio di soldi, di tempo e di stress.

Ricordiamo che nei paraggi ci sono anche il Teatro Romano, la funicolare, e numerosi negozi, uffici ed altre attività, che potrebbero beneficiare di un sistema di trasporto semplice e veloce. Se poi volessimo essere un po' lungimiranti potremmo pensare ad un aumento consistente del flusso turistico, che in questo modo potrebbe venire distribuito fra la Valpolicella e la Valpantena, sperando che tutti abbiano capito che il futuro di Verona non può dipendere dal trasporto di rosso ammonitico tra i Lessini e la Valpolicella, come sostenuto per anni da taluni geni locali.

Particolare non secondario: il metro è a pagamento e quindi, a fronte di un investimento iniziale, garantisce un reddito a lungo termine.

Infine, chi ci vieterebbe di allungare in un secondo tempo il percorso del metro verso la Valpolicella ad ovest, verso la Valpantena ad est o verso il centro a sud?