L'agenzia Ansa pubblica i risultati di uno studio realizzato nelle riserve naturali tedesche: In 27 anni persi 3/4 degli insetti alati.

La nostra pretesa di addomesticare l'intero territorio in cui viviamo sta provocando uno steminio di dimensioni apocalittiche.

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2017/10/19/persi-34-insetti-alati-in-27-anni-ecosistemi-a-rischio_d3132756-2d5f-4e57-8fe2-c5ed99371948.html

Gli insetti sono un anello cruciale dei nostri ecosistemi eppure li stiamo perdendo: in meno di trent'anni sono scomparsi tre quarti degli insetti alati (dalle farfalle alle api) in termini di biomassa. Gli insetti sono stati catturati con speciali trappole entomologiche negli ultimi 27 anni in 63 zone all'interno di oasi naturali tedesche.
Misurando e comparando la biomassa raccolta, gli scienziati hanno rilevato negli anni un declino complessivo medio del 76%, con picchi dell'82% nel pieno dell'estate, quando di solito anche la presenza degli insetti è maggiore.
"È una scoperta allarmante", spiega l'autore principale della ricerca Hans de Kroon, dell'ateneo olandese di Radboud. Le cause di questo declino così ingente degli insetti alati non sono chiare. Per i ricercatori contribuirebbero principalmente la distruzione di aree selvatiche e il largo uso di pesticidi, ma anche i cambiamenti climatici potrebbero giocare un ruolo.


E' probabile che non ci sia una causa principale all'origine di una riduzione così consistente degli insetti alati. Il nostro sistema sociale considera gli insetti, e più in generale gli animali selvatici, degli avversari da sterminare. Basta digitare "insetti alati" su Google e appare una sequenza interminabile di ditte specializzate nello sterminio degli insetti:
Insetti volanti: come riconoscerli e debellarli;
Rentokil Italia Disinfestazione Insetti Alati;
Frog Service Roma Disinfestazione insetti alati;
Antiparasit disinfestazioni;
etc.


Ovviamente la disinfestazione non fa differenza fra zanzare, api o farfalle, l'insetticida elimina tutti gli insetti presenti nella zona trattata, e questo vale sia per i contesti urbani che per i terreni coltivati, con una piccola differenza: in campagna si impiegano ogni anno migliaia di tonnellate di insetticidi, che quasi sempre sconfinano anche nei corsi d'acqua, nelle oasi protette e nei parchi naturali.

Con questo non si vuole buttare tutta la colpa sulle spalle degli agricoltori. Siamo noi consumatori per primi che, quando andiamo al supermercato, pretendiamo di trovare solo frutta e verdura senza difetti e senza tracce del passaggio di insetti, uccelli o altri animali selvatici. Sull'altare della perfezione esteriore siamo disposti a sacrificare il sapore, il profumo, il valore nutritivo ed anche il prezzo.

Alcuni supermercati, e di conseguenza anche alcuni produttori agricoli, negli ultimi anni stanno più attenti ai residui di pesticidi rilevabili nei prodotti in vendita e questo è sicuramente un fatto positivo, che però non mette in discussione lo sterminio preventivo che il nostro sistema agricolo attua su tutti i terreni coltivati.

In realtà l'uomo occidentale del XXI secolo vuole una natura addomesticata, in cui le farfalle, le api, gli uccelli, gli orsi e i lupi stiano preferibilmente dentro ai musei, nei libri, nei film, nello zoo safari. Lo zoo safari è il massimo, perché lì gli animali sono rinchiusi nella gabbia e gli umani sono rinchiusi nella loro scatoletta metallica. E' tutto sotto controllo.

La distruzione degli habitat è considerata un male minore. La riduzione o l'eliminazione delle specie selvatiche è ben vista, basta che porti un immediato vantaggio economico (vedi l'agricoltura) o anche solo un piacere paranoico (vedi la caccia). Basta leggere le dichiarazioni allucinate del vicepresidente dell'Associazione tutela della Lessinia, che confonde a bella posta i lupi coi cani randagi e non si rende conto che è stato il comportamento irresponsabile degli allevatori, i quali si sono rifiutati per 5 anni di utilizzare i sistemi di dissuasione offerti loro gratis dalla Regione, ad abituare i lupi a predare i capi domestici invece di quelli selvatici.

In realtà la razza umana ha bisogno delle specie selvatiche per sopravvivere, sia delle specie vegetali che delle specie animali, ma in qualche maniera preferisce non tenerne conto. La storia dell'umanità è la storia del rapporto dell'uomo con la "Natura", anche se nella nostra epoca l'uomo è convinto di bastare a se stesso, crede di poter fabbricare in laboratorio quanto gli serve per sopravvivere e per diventare sempre più potente.

Prima o poi arriverà il giorno del risveglio, ma sarà troppo tardi per rimediare ai danni irreparabili che continuiamo a fare giorno dopo giorno.