Mercoledì 30 settembre scadrà il termine ultimo per raccogliere le firme a sostegno dei referendum proposti da Possibile. Gli otto quesiti riguardano quattro temi diversi: lavoro, ambiente, scuola e democrazia. A sostegno dell'iniziativa di Civati non si è mosso quasi nessuno. Cosa sta succedendo?

 

Neppure SEL e la CGIL, che ha molto contrastato il Jobs Act, hanno sostenuto i referendum proposti da Possibile. Fuori dal movimento di Civati, hanno dato il loro sostegno a titolo personale alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, come il parlamentare Alessandro Di Battista e il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, ed alcuni partiti a livello locale, come i Verdi in Trentino Alto-Adige. Hanno firmato Marco Pannella e Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel, il quale però ha precisato: "Non cambio il mio giudizio su questa vicenda. Penso che avremmo dovuto fare tutto diversamente. Ho avuto modo e cura di dirlo fino allo sfinimento prima che la campagna lanciata da Possibile cominciasse, convinto che una campagna di questo tipo avrebbe dovuto coinvolgere comitati, movimenti e sindacati. Così non è stato".

I TEMI

Limitandoci alla materia ambientale, i temi toccati dei referendum sono tre (3° - 4° - 5°) e riguardano le trivellazioni in mare, cioè le operazioni di trivellazione ed estrazione di idrocarburi dal fondale marino, e le cosiddette "grandi opere".

Terzo quesito: riconversione ecologica dell'economia, eliminazione delle trivellazioni in mare.

L'obiettivo è abrogare quelle parti dell'articolo 38 del cosiddetto "Decreto-sviluppo" (Governo Monti, 2012) che derogano al divieto generale di trivellazioni entro le 12 miglia dal perimetro delle aree protette marine e terrestri, per quanto riguarda gli iter autorizzativi già in corso.

Quarto quesito: riconversione ecologica dell'economia, eliminazione del carattere strategico delle trivellazioni.

Attraverso lo "Sblocca Italia", il Governo ha incluso le attività di ricerca e coltivazione (estrazione) di idrocarburi tra le attività strategiche indifferibili e urgenti che, pertanto, possono usufruire di iter autorizzativi facilitati e in deroga, oltre a prevedere tempi più lunghi per le concessioni di esplorazione (fino a 12 anni) e di sfruttamento del giacimento. Il quesito mira a eliminare il carattere strategico della ricerca e trivellazione di idrocarburi, riportando l'iter autorizzativo alla procedura ordinaria e, al contempo, riducendo la durata delle autorizzazioni di esplorazione e sfruttamento (rispettivamente 6 e 30 anni). L'obiettivo è abrogare quelle parti dell'articolo 35 del decreto "Sblocca Italia" (Governo Renzi) che, a partire da una qualificazione delle trivellazioni come opere strategiche indifferibili e urgenti, le sottraggono alle procedure autorizzative ordinarie, cancellando tra l'altro per tali tipologie di interventi importanti elementi di garanzia e di controllo quali il vincolo preordinato all'esproprio e depotenziando la partecipazione delle Regioni (e degli enti locali per quanto riguarda l'intesa in conferenza unificata) ai relativi procedimenti amministrativi.

Quinto quesito: riconversione ecologica dell'economia, dalle grandi alle piccole opere.

Il referendum di soppressione della legge Obiettivo punta ad eliminare le procedure speciali per le grandi opere voluta nel 2001 dal Governo Berlusconi e mai cancellate, nonostante il presidente dell'Autorità Anticorruzione le abbia definite "criminogene". Una lista sterminata di opere inutili e devastanti ad alta intensità di cemento, asfalto e consumo di suolo, con molte autostrade, pezzi di alta velocità e quasi nulla destinato alle reti per il trasporto in città, le uniche davvero utili. Semplificazioni che hanno eliminato la possibilità per i Comuni di decidere sul loro territorio, indebolito la valutazione ambientale e la vigilanza pubblica, potenziato i poteri delle imprese, cancellato la qualità del progetto ed evitato una selezione rigorosa delle opere. Il referendum abolisce la legge 443 del 2001 e tutti gli articoli del Codice Appalti vigente n. 163/2006 che hanno attuato le procedure semplificate della legge Obiettivo.

LE VALUTAZIONI

E' probabile che tutto il mondo ambientalista avrebbe condiviso questi 3 quesiti, ma la verità è che nessuno ha pensato di coinvolgere il mondo ambientalista in questa iniziativa. Civati ha messo tutti - ambientalisti, sindacato, M5S, mondo civile, movimenti, associazioni, comitati - davanti a questa alternativa: prendere o lasciare.

E' facile obbiettare che il sostegno a questo referendum comporta di fatto l'omologazione del movimento di Civati e che l'uso strumentale dei referendum in chiave di propaganda politica non entusiasma nessuno.

Il referendum, secondo il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, titolare dei referendum contro le privatizzazioni del giugno del 2011, è uno "strumento spuntato dalla crisi della democrazia, come abbiamo sperimentato con la mancata applicazione di quanto deciso sull'acqua, ma sicuramente capace di costruire sensibilizzazione culturale, mobilitazione sociale, partecipazione collettiva. Elementi senza i quali, l'annuncio di nuovi referendum rischia di essere il già conosciuto tentativo di sovradeterminare i conflitti reali aperti nella società".

Si potrebbero fare mille altre considerazioni: /it/notizie/2014-ideologia-politica-ambiente.html

ma lasciamo che ognuno decida da sè, come ha fatto Pippo Civati quando ha lanciato questa iniziativa.