Sono fondamentalisti coloro che agiscono con metodi di lotta intransigenti per raggiungere obiettivi radicali. Cercano lo scontro frontale e puntano alla eliminazione degli avversari. A volte vengono da fuori, altre volte ce li abbiamo in casa.

E' inutile negare che una parte sempre più consistente del mondo islamico si stia da tempo spostando su posizioni fondamentaliste e si stia organizzando in pericolose formazioni armate sostenute e finanziate da molti stati arabi del Golfo, del Medio Oriente, dell'Asia e dell'Africa, nonché da grandi aziende multinazionali arabe. Queste formazioni jihadiste, si chiamino Is, Isil, Boko Haram, Al Qaeda, Fratelli mussulmani, Al-Shabaab, o altri ancora, sono in grado di colpire i punti nevralgici del nostro mondo occidentale, che fino ad ora ha mostrato ampie falle nei sistemi di controllo e di intelligence.

Le misure richieste dalla destra sia francese che italiana, Le Pen, Salvini, Tosi, Ferrara, Santanchè, Gasparri, ecc. - "Basta ai barconi carichi di clandestini ma anche di predicatori dell'odio. Non possiamo rinunciare alla democrazia e alla libertà di espressione come di satira. Sarebbe una resa inaccettabile. Ma bisogna reagire. Sappiamo chi sono e dove sono. Serve un'offensiva militare decisa. Meno soldi per pagare i riscatti. Usiamoli per armare gli aerei e colpire le centrali del terrorismo" (Gasparri).  "Pericoloso, non è una religione come le altre e non va trattato come le altre religioni. Nel nome dell'Islam ci sono milioni di persone in giro per il mondo, e anche sui pianerottoli di casa nostra, pronti a sgozzare e uccidere" (Salvini). "In un momento come questo togliere l'Esercito dalle strade rappresenta una scelta scellerata" (Tosi). – sono semplicemente ridicole.

Innanzitutto questi signori hanno avuto poco o niente a che fare con la democrazia e con la libertà di stampa. Valga per tutti l'esempio del sindaco di Verona, Flavio Tosi, che in sette anni ha querelato più di 70 persone (parecchi giornalisti, redazioni di giornali, politici avversari, oppositori di varia natura, scienziati, registi, ecc.). Lo stesso Tosi ha contemporaneamente provveduto ad inserire negli organigrammi delle municipalizzate il variegato mondo dell'estrema destra veronese, giusto per rendere più democratica l'amministrazione della città.

La Lega in particolare fin dai suoi esordi brandisce la clava contro avversari più o meno immaginari, indicati di volta in volta come i mali supremi della nostra civiltà. All'inizio erano i terroni (con una erre sola a dire il vero), colpevoli di tutte le malefatte, le ruberie e le malversazioni d'Italia. Poi furono gli zingari, che fecero vincere le elezioni a Tosi nel 2012 e gli procurarono anche una condanna definitiva per razzismo. Ora da un po' sono i derelitti della terra, il popolo dei barconi, i rifugiati, i migranti, i barboni e i musicanti da strada.

La Lega e la destra hanno dimenticato velocemente gli anni d'oro dell'edilizia (dagli anni '80 al 2007), quando centinaia di migliaia di lavoratori nordafricani, mediorientali e balcanici affollavano i cantieri edili (ed anche le campagne) lavorando quasi sempre fuori regola e senza nessuna tutela, con compensi da fame e, quando era possibile perché non protetti da nessuna mafia, anche gratis. Gli imprenditori che tutti i giorni si arricchivano sulle spalle di questi derelitti erano spesso gli stessi personaggi che poi nei bar, nelle piazze, nelle sedi dei partiti e nelle televisioni si sbracciavano e si sgolavano paventando l'invasione degli extracomunitari che venivano a rubare il posto di lavoro agli italiani, a violentare le nostre donne, a corrompere la razza.

Queste persone rappresentano l'esatto corrispettivo nostrano dei fondamentalisti in campo mussulmano. Sono pericolosi tanto quanto l'Isis e Al Quaeda, perché hanno nel sangue lo stesso DNA, fatto di intolleranza e di voglia di menar le mani. Non serve citare tutte le dichiarazioni dei vari esponenti politici che negli ultimi giorni hanno fatto a gara a chi la spara più grossa. Il più chiaro è stato Giuliano Ferrara: "E' un crudele gioco di intimidazione in cui la palma della vittoria in battaglia è già conquistata dall'islam, la religione che ha tappato la bocca a un Papa di Roma, che ha reso riluttante e timido un potere imperiale e internazionalista come quello americano. So di dire qualcosa di sconcertante, ma non si risponde a questa altezza di sfida e a questa brutalità santificante con lo stato di diritto, con un'idea di polizia internazionale, con la denuncia della violenza; l'unica risposta è in una violenza incomparabilmente superiore". www.ilfoglio.it ...

Qualcuno forse ricorda che a far nascere queste formazioni jihadiste sono stati proprio i servizi segreti americani, a partire dai tempi dell'invasione russa in Afghanistan, continuando con l'invasione dell'Iraq e la guerra contro Saddam Hussein, poi la guerra in Libia e la primavera araba e avanti fino alla guerra in Siria, dove l'occidente è intervenuto armando e finanziando qualsiasi tipo di formazione terrorista utile a disintegrare il paese.

Questa gente (dall'una e dall'altra parte) ha bisogno della guerra, ha bisogno di vendere armi, di occupare i territori, di invadere i mercati, di appropriarsi delle materie prime. E' una guerra in cui gli arabi e gli americani, ma anche i francesi, gli inglesi, gli israeliani, i russi, i cinesi, gli italiani fanno esattamente lo stesso gioco. Lo scenario che vede dipinte da una parte la civiltà e dall'altra la barbarie è un falso storico. La violenza di una parte attizza la violenza dell'altra in un gioco al rialzo che porta alla distruzione totale.

La nostra storia dovrebbe averci insegnato che questa strada è senza sbocco e che l'uscita è da un'altra parte.

foto: Osama Bib Laden e David Petraeus