Fra Salvini e Tosi è duello all'ultimo sangue e non può essere che così, visto che entrambi mirano ad una cosa che non si può spartire: il potere.

Salvini la butta sul patetico:

"Se abbiamo avuto toni eccessivi in questi anni sul Sud e i meridionali, chiedo scusa".

Il segretario della Lega, che è in Sicilia per lanciare il nuovo partito, che verrà guidato da un uomo vicino all'ex governatore Raffaele Lombardo, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, ha poi parlato dei problemi dell'isola:

"Chiunque puzzi di mafia, da qui al terzo grado di parentela – ha affermato – deve ritenerci nemici".

Al sud rispondono con lanci di uova e ortaggi.

Tosi, che alla Sicilia preferisce la Calabria e i calabresi, su questi temi è più guardingo, viste anche le frequentazioni rese pubbliche dai giornali nei giorni scorsi.

Il primo cittadino cambia campo di gioco e annuncia che Verona avrà un registro per le coppie di fatto, eterosessuali o omosessuali che siano. Il provvedimento non avrà nessun effetto pratico, ma ottiene subito il plauso dei "progressisti" veronesi di tutti gli schieramenti, Arcigay in testa.

C'è il rischio di venire fraintesi, così, per mettere le cose in chiaro, il sindaco progressista partecipa il giorno dopo all'assemblea di Progetto Nazionale (da notare che la sigla PN indicava a suo tempo il Partito Nazista), convocata al Leon d'Oro da Andrea Miglioranzi, dove viene proposta come al solito la candidatura di Flavio Tosi alle primarie del centrodestra, primarie che per il momento nessuno ha intenzione di fare. Miglioranzi, Venturi e Puschiavo, tre campioni di autentico progressismo, hanno comunque le idee chiare:

"Con Flavio Tosi vogliamo costruire il centrodestra nuovo".

Il fronte interno alla Lega è ovviamente caldissimo e Tosi rischia di essere beffato da uno dei sui cavalli di battaglia: il potere assoluto all'interno del partito, con tanto di epurazioni ed esili coatti. Ora Salvini pensa ad un congresso per modificare lo statuto e accentrare tutti i poteri decisionali nelle mani della segreteria federale. Una sorta di nemesi storica che potrebbe tagliare fuori Tosi dalla gestione del partito.

Ne vedremo ancora parecchie di queste schermaglie, tutte di bassa lega e di scarsa efficacia. Un livello di conflittualità così alto al proprio interno rende la Lega molto debole ed incerta all'esterno (obbiettivi, strategie, alleanze).

Renzi, il terzo, gode.