"....evvai col raccontino: ...non so perchè ho scelto proprio oggi, il meteo non prometteva nulla di buono e il cielo alle 7.00, buio come il babao! Alle 7.30 sono in macchina, nuvoloni bassi e minacciosi mollano leggera pioviggine... chissà perche ho scelto proprio oggi! Arrivato ad Affi vedo possenti nubi scendere dal baldo ad invadere la piana di Caprino, nebbie che si infilano verso la valle del Garda, pioviggina ancora! A Garda la rivelazione: visuale buona su tutta la superficie del grande specchio d'acqua che si mostra appena increspato, solo qualche gocciolina cade ancora dal cielo anche se la luce non è certo delle migliori, poi così fino a Malcesine. Mi incammino a piedi a sud della splendida baia di Val di Sogno, guardo gli acquatici a binocolo... bassi numeri e sembra nulla di speciale, ma ormai sono qua e provo ad andare avanti.

Ad un certo punto eccolo là, lo Svasso collorosso... da anni non ne vedevo e fra quelli segnalati questo inverno, puntualmente cercati, non ne avevo avuto fortuna. Si trova al limite della fascia delle boe, circa 50 mt., in compagnia di uno Svasso piccolo. Appena mi accorgo di loro, loro si accorgono di me e cominciano a nuotare verso il largo girando la testa di tanto in tanto, sono l'unico umano presente in zona e so bene che con i selvatici, spesso accade così, ma so anche che, mentre lo S. piccolo ha abitudini più pelagiche, lo S. collorosso predilige rimanere vicino alla costa, così mi trovo un posticino più discreto con le spalle al muro, dove la mia lunga sagoma non si staglia sullo sfondo e aspetto. Ormai i due hanno preso i 100 mt., ma quasi subito il collorosso si ferma e comincia a guardare verso riva, forse con un pochino di nostalgia. Tentenna un poco e poi riparte tornando verso la baia ed in pochi minuti rientra nella fascia delle boe, mi ritrova con lo sguardo per poi sparire dietro ad una barca ormeggiata. Sfrutto questo momento per portarmi non visto più a sud ed aspetto che esca dall'altro lato dello scafo... niente... mi avvicino ancora un poco portandomi sulla punta di un'ormeggio fatto di sassi... niente, sembra essere svanito nel nulla!

Gli svassi daltronde sono uccelli tuffatori e possono percorrere tratti piuttosto lunghi nuotando sott'acqua. Dopo qualche minuto lo rivedo una quarantina di metri più a sud, là che mi osserva, incrocia il mio sguardo (la vista degli uccelli è di una potenza formidabile) e si tuffa di scatto per riemergere quasi subito trenta metri più in là ed immediatamente ritorna al punto di partenza con una veloce pedalata (un tipo di volo a pelo d'acqua con le zampe che letteralmente "pedalano" sulla superficie liquida ottenendo un super spinta), si ferma di colpo alzando una piccola onda e mi guarda.... ma che stai facendo, dico io? Non vorrai mica sfidarmi??

Per esperienza tendo a non umanizzare gli atteggiamenti degli animali selvatici, ma che caspita... l'impressione è proprio quella, penso, mentre lui mi si avvicina ad una distanza apprezzabile e comincio a scattare le prime foto "significative", la luce è poca e sono costretto ad utilizzare sensibilità alte per avere scatti "veloci" che tendono a fermare di più i soggetti in movimento ed ad attenuare il "mosso", zoom avanti tutta e focale massima. Poi si rituffa e lo rivedo dopo qualche minuto in baia vicino a riva, in alimentazione, tuffandosi spesso per andare a catturare piccoli animaletti di fondale. Decido che è il momento di dimostrargli di che pasta sono fatto ed ogni volta che si immerge faccio il gioco di "1, 2, 3 stella" correndo in posti riparati accovacciandomi prima della riemersione. Io sotto il muro, lui riemerge, mi cerca con lo sguardo, mi vede e si rituffa; poi su dalla scala dietro il parapetto, è un osso duro e si ripete; poi individuo un punto davvero strategico: un'angolo incassato di un'albergo con le finestre basse livello acqua a soli tre metri dalla riva, dove hanno costruito un basso muretto che protegge le finestre dalle mareggiate (lagheggiate?!)... fantastico!!

Si immerge di nuovo ed io balzo a nascondermi in quel bunker, riemerge a 15 metri da me, mi cerca e non mi trova, comincia ad agitarsi girando la testa in ogni direzione, anche io sono emozionato e ci metto un poco prima di scattare foto a mano ferma, lui inizia a nuotare avvicinandosi a me mentre la luce aumenta un pochino, permettendomi di recuperare qualche stop fotografico (ma esagero provando ad abbassare gli ISO ad 80), passandomi davanti mi scorge e si mette a nuotare più velocemente tirando il collo in avanti, forse più umiliato che spaventato, mi dispiace un pochino, ma sei stato tu a sfidarmi, no?? Comunque onore a te e grazie, mi sono divertito un casino!!

Maggior parte delle foto sono uscite mosse, ma qualcuna si è salvata dai, il massimo che si potesse fare in quelle condizioni... sono molto soddisfatto! Tornando verso l'auto da sopra l'argine, la mia sagoma si staglia nuovamente sullo sfondo, questa volta senza timore di essere notato, lo Svasso collorosso emerge a circa 20 metri, anche lui questa volta senza timore, mi guarda mentre io gli scatto le ultime tre foto, una di fronte, la seconda che mi mostra il fianco sinistro e la terza mentre mi mostra il fianco destro.... abbasso la macchinetta ed appoggio una mano al petto, facendogli un'inchino in segno di rispetto, mi incammino verso sud mentre lui ritorna verso nord. Cosa ho pensato in quel momento? Mha, forse mi prenderete per matto, ma voi? cosa avreste pensato? Dite la verità..."

28 gennaio 2014

 

Svasso collorosso Svasso collorosso, foto Mauro D'Offria