Non ci sono più soldi. Questa è l'arma che sconfiggerà il partito delle grandi opere, oggi ancora saldamente al potere. Benvenuto rigore!

La scorsa settimana i vertici della RFI (la rete delle Ferrovie) hanno riferito sul tema dei costi della TAV presso la Commissione Lavori pubblici del Senato. Come molti sanno, è stato un delirio: nessuno è stato in grado di spiegare in termini comprensibili quale sia il vero costo del Tunnel di Base (57 km) della Torino-Lione.

Secondo un comunicato stampa dei no-TAV, "l'Europa dispone di soli 5,5 miliardi di euro, ai quali ambiscono numerosi progetti in differenti Stati membri. Tra Brennero (3,4 miliardi di euro) e Torino-Lione (altri 3,4), l'Italia da sola vorrebbe contributi superiori a tale cifra."

"Se si aggiungono gli altri "pretendenti" europei, i desideri sono oltre il doppio della disponibilità. Pertanto è matematicamente impossibile," prosegue il comunicato, "che la Torino-Lione riceva dalla UE 3,4 miliardi di euro, ovvero il 40% propagandato dai fautori dell'opera."

"Con i fondi assegnati entro il 2020, attualmente l'Italia può coprire solo 1,37 miliardi di euro, sensibilmente meno di quelli richiesti per cofinanziare la Torino-Lione. Questi elementi sono verificabili da qualsiasi cittadino su documenti pubblici. Il Governo Italiano," conclude il comunicato, "ha davanti a sé una stupenda occasione: anziché lasciarlo ingoiare dall'inutile Tunnel di Base della Torino-Lione, usi questo fiume di denaro per le piccole opere veramente utili agli italiani. Buon lavoro."

Questo è ciò che ci insegna l'esperienza di anni di lotta: la lobby delle grandi opere non cade di fronte a manifestazioni o scontri di piazza, anzi di solito usa la tensione a proprio vantaggio, magari provocando deliberatamente episodi di violenza. Ma questo potere è assai vorace di denaro, e le sue esigenze sono ingenti e pressanti. Per questo motivo è molto più efficace far riferimento ai soldi che sbraitare.

Questa è la forza maggiore del movimento no-TAV, e anche dalle nostre parti sono evidenti i risultati ottenuti dal comitato contro il traforo e dalle associazioni di Fumane su cementificio e Marezzane: poche azioni eclatanti di piazza (certo, anche quelle servono, soprattutto al morale), ma soprattutto un lungo lavoro di spulcia, fatto anche di carte bollate, ricorsi a TAR e Corte dei Conti, comunicati stampa, sulle conseguenze dell'opera, sui finanziatori e sui finanziati, sulle infiltrazioni della criminalità, per smascherare il re, che quando non è nudo ha sicuramente le pezze al culo.

Puntando tutto sulle emozioni popolari si rischia di mescolarsi con i forconi, i renziani, gli anti-euro. Tutti, guarda caso, chiedono un allentamento dei cordoni della borsa, e che il governo possa spendere liberamente senza vincoli. Non ci illudiamo: i soldi così magicamente creati serviranno essenzialmente per finanziare le grandi opere, sventrare il territorio, arricchire i cementari e distribuire un po' di briciole per il popolo che si è prestato a scaldare la piazza.

Mai come ora il nostro migliore alleato è il rigore, quello antipatico di Merkel, di Katainen, e della Bundesbank, che ha almeno il merito di mettere dei limiti alle follie dei megalomani che ci governano. Limiti che scoprono la debolezza del nemico, ossia il bisogno estremo di vagoni di denaro per foraggiare le proprie clientele.

Non dobbiamo far altro che prendere tempo, denunciare le loro connivenze, mostrare pubblicamente i loro conti, smascherare le loro menzogne. Crolleranno sotto il peso dei loro stessi faraonici progetti.

Benvenuto rigore!