Nell'ultimo anno 5 gravi sforamenti, in 15 giorni due allarmi. L'acqua, il bene comune più importante degli abitanti della provincia di Verona, versa in uno stato pietoso.

Non più di un anno fa le anguille del Garda (acque superficiali o acque profonde ?) sono state interdette alla pesca per il troppo elevato contenuto di diossina. Qualche interpellanza, qualche decreto, articoli sui giornali, qualcuno incendiario, qualcuno pompiere, poi la stagione turistica avanza, il silenzio cade come una nebbia, le anguille non saranno pescate, chissà se preferiscono una morte eroica combattendo contro un amo o amino imitare gli umani con le loro complicate malattie. Nessuna ricerca sulle cause, quindi nessuna prevenzione.

Nello stesso periodo nella zona di Povegliano (acque superficiali) viene trovata atrazina, diserbante ritirato dal commercio più di venti anni prima, uno  dei più tossici mai esistiti. Chi lo ha prodotto? Chi lo ha commercializzato? Chi lo ha disperso? Non si sa, non ci sono colpevoli, sembrerebbe  un reato da perseguire d'ufficio, ma regna, come sappiamo, l'impunità e l'omertà. Anche questi l'hanno fatta franca e chissà quanto ne useranno ancora.

Due mesi fa, Basso Vicentino, est veronese, bassa padovana. 30 comuni sono momentaneamente senza acqua perché questa è inquinata da PFOAM, composti perfluoro-alchilici, usati per rendere i tessuti più resistenti all'acqua. Panico generale. È una sostanza talmente inaspettata e sconosciuta che in Italia non esistono neanche i parametri di sicurezza. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità (ISS), interpellato immediatamente dalle autorità competenti non sa che direttive dare. Intanto in quelle ULSS, secondo il registro dei tumori del Veneto, vi è un aumento di leucemie e linfomi del 40% contro un aumento medio regionale del 17%. La soluzione scelta è quella di diluire l'acqua inquinata con acqua pulita, fino ad ottenere una concentrazione ritenuta accettabile. Sono state cercate le cause, i colpevoli, la provenienza? Non ne abbiamo notizia.

Quindici giorni fa, Negrar. La sorgente Terminon (acque profonde), che dà acqua ad una buona metà del comune, risulta inquinata da Tetracloroetilene (PCE). Viene immediatamente e scrupolosamente invitata la popolazione a non bere l'acqua e si pensa così di aver adempiuto alle responsabilità. L'acqua viene diluita con acqua senza TCE, dell'acquedotto di Verona, ed il problema è bell'e risolto, con l'aiuto poi di qualche filtro (magico ?) Da dove vengono queste sostanze ? Come mai si trovano lì? Che percorso hanno fatto? Di chi è la responsabilità? Saranno puniti i colpevoli? Se non si sa, come si farà ad evitare che succeda in futuro ?

Del 9 agosto è la notizia che a Quinto di Valpantena (acque superficiali o meno profonde) nitrati ed organoalogenati  inquinano i pozzi privati di una trentina di famiglie. Non è quella dell'acquedotto. Qui inizia la confusione. Ne viene data colpa all'agricoltura, i nitrati sono i concimi,  gli organo-alogenati sono assimilati ai pesticidi. Ma anche il PCE è un organo-alogenato, allora è indiziata l'agricoltura anche a Negrar?

Quali sono le responsabilità dell'agricoltura, quelle dell'industria o artigianato, dell'allevamento, quelle individuali di qualche disgraziato? Quali quelle del percolamento delle discariche? E quali sono quelle dei gestori della cosa pubblica, delle amministrazioni?  E' proprio la mancanza di una politica di conoscenza, di visione generale del territorio, di una politica che sappia valorizzare e difendere uno dei beni più preziosi e sempre più rari. La causa prima di questi disastri e proprio il lasciar andare, non prevenire, intervenire a danni fatti, ignorare la preziosità, l'unicità, l'irripetibilità del bene acqua, la stessa acqua di cui siamo fatti tutti noi. Le stesse strutture che abbiamo non sono fatte per la prevenzione, la ignorano, sono sempre a rincorrere i danni.

Come abbiamo visto gli inquinanti non fanno differenza di luogo (nord, sua, est, ovest), di profondità o superficialità, di tipo di inquinanti, in 5 punti sono 5 differenti, è tutto un pullulare di diversità, uno peggiore dell'altro. Ognuno merita un'indagine propria, che non si può fare qui, attendiamo questo dalle autorità competenti.

Il rimedio usato è però comune per tutti i danni, si diluisce l'acqua finchè non rientra nei parametri. Di questo passo i 5 inquinanti saranno presenti tutti, però ad un dosaggio inferiore alla soglia di legge, ai limiti massimi consentiti per ognuno. Quale soluzione sarà preferibile per noi, per i neonati, per le donne incinte, per gli anziani? Nessun studio finora è riuscito a capire i danni provocati da multi residui, proprio per questo intanto si preferisce "tirare avanti" così, finchè non si faranno finalmente indagini anche sui multi-residui, per cui avremo le "evidenze scientifiche" e anche di fronte a quelle l'opinione pubblica farà fatica a rendersi conto della irreversibilità della situazione. E non parliamo dei multi-residui presenti nel cibo o nell'aria.

Nonostante le difficoltà nello stabilire le cause, le responsabilità dirette ed indirette dell'agricoltura sono da mettere a fuoco. Il consumo di acqua dai pozzi di grande profondità  per l'irrigazione dei nuovi  vigneti per esempio, togliendo acqua dal fondo fa percolare le acque superficiali più inquinate, aumentando la concentrazione di inquinanti in quelle profonde. Ma più importanti ancora sono le cause dirette, le tonnellate (dai 15 ai 18 milioni di litri) di pesticidi sparsi ogni anno nella provincia di Verona.

Per questo è ora che tutte le autorità e le associazioni che hanno responsabilità sulla salute, sull'agricoltura, sull'acqua, sulla programmazione affrontino con serietà la cosa, senza escludere nessuna opzione. La prima opzione cui dare spazio è  accelerare la scelta dell'agricoltura biologica.  Nel calcolo dei costi di ogni prodotto agricolo bisogna inserirei costi sociali e sanitari, ed i vantaggi della sostenibilità e della biodiversità.

Tempo non ce n'è ancora molto.