Tosi invoca la galera come deterrente. Perché non ha mai funzionato e non funzionerà mai.

Oggi proviamo a riflettere su una cosa banale. Parliamo del bue che dice cornuto all'asino. E' semplice immaginare la risposta dell'asino: "lei che ha le corna dice a me cornuto? Ma mi faccia il piacere, mi faccia." E noi, poveri asini, diamo la nostra solidarietà all'asino.

Riporto questo brano di articolo di Arena di mercoledì 12 settembre 2012:

"Lunedì pomeriggio è stato arrestato dalla polizia municipale per il furto di una bicicletta dalla rastrelliera a lato della scalinata di Palazzo Barbieri, in piazza Bra e ieri mattina, al termine della direttissima, ha patteggiato otto mesi ed è stato rimesso in libertà. Una decisione, quella del giudice, che ha sollevato i dubbi del sindaco Flavio Tosi: "E' il quadro normativo vigente in Italia a lasciare perplessi. Perché credo che il nostro sia l'unico Paese del mondo occidentale dove un pluripregiudicato arrestato in flagranza possa venire immediatamente liberato". Il primo cittadino ha poi tentato di smorzare i toni: "Credo che qualche settimana o qualche mese di galera non possa che fare bene a questi delinquenti. Mi rendo conto che non si tratta di reati gravissimi, ma anche una minima punizione può sicuramente servire da efficace deterrente"

La risposta immediata dell'asino sarebbe: "lei che è stato condannato in terzo grado per razzismo, giudica me, ladro di biciclette? Ma mi faccia il piacere mi faccia. Credo che l'Italia sia l'unico Paese del mondo occidentale in cui un tizio che viene condannato per razzismo si possa permettere di fare il Sindaco. Qualche settimana o mese di galera farebbe bene anche ai questi buoi qui."

Infatti, il giudice in Cassazione ha condannato il signor Tosi a due mesi di reclusione con sospensione della pena e a tre anni di sospensione dai pubblici comizi.

E questa è la cosa banale, e magari a farlo presente al Sindaco non sarebbe stato male, ma all'Arena le cose banali non piacciono.

Abbiamo, però, fin dalla prima frase, fatto capire che c'è anche altro, oltre la storiella del bue e dell'asino. Ed è un discorso più grave e più profondo. Ed è la leggerezza con cui il Sindaco Tosi (qui sì Sindaco, e non solo signor) affronta l'argomento. Da chi sembra abbia ambizioni nazionali ci aspetteremmo un ragionamento sulla giustizia e le regole più sensato, complesso.

Ci sono fior di libri sull'argomento (uno? "Sulle regole" di Gherardo Colombo) che dimostrano che prendere un tizio, sbatterlo per qualche mese in una cella sovraffollata, definirlo delinquente e disinteressarsi di quello che succederà una volta uscito di prigione, non funziona come deterrente e non fa di lui un cittadino migliore.

E' imbarazzante sentire un Sindaco di una città di più di 200.000 abitanti, quarta città turistica, patrimonio UNESCO dell'umanità e balle varie, dire le stesse cose che potrebbe dire un qualunque frequentatore di bar. Sarà inoltre divertente sentire il lato umano di Tosi sabato sera, quando il carrozzone evangelizzante farà tappa a Verona per ricordare a tutti i cattolici di non nominare il nome di Dio invano.

Ecco, e finiamo. Questa evidente, misera, banale, doppia faccia del Sindaco di Verona ci aspetteremmo che fosse messa in mostra dal giornale di Verona. Invece il giornale di Verona sembra reggere volentieri il cero allo sceriffo.

E tutto questo è, oltre ogni giudizio morale, noioso.