È virtualmente già pronta la macchina che porterebbe il numero dei morti ogni giorno sulla strada in Italia da undici a a zero. Basta collegare tra loro due dispositivi da tempo in commercio a prezzi sempre più bassi. Cosa manca ancora? La volontà dei cittadini. Firmate la petizione.

Continuano a morire persone sulla strada (molti i ciclisti e i pedoni). Nella quasi totalità dei casi, una velocità minore, e comunque entro i limiti, avrebbe potuto limitare le conseguenze.

Non ci sono scuse: nelle nostre strade devono circolare meno automobili e più lentamente. Introdurre limiti più restrittivi può essere una soluzione, ma prima occorre far rispettare i limiti attuali.

Per questo motivo abbiamo lanciato un appello in favore di un sistema elettronico che limiti la velocità delle auto, adeguandola ai limiti stabiliti localmente.

Il limitatore di velocità è da tempo obbligatorio in Unione Europea per gli autocarri. La nostra proposta è quella di estendere l'obbligo a tutti i veicoli a motore, con un sistema che tenga conto del limite su ogni singolo tratto stradale, adeguando di conseguenza la massima velocità consentita.

Sarebbe infatti inutile un limitatore impostato su una sola velocità: il massimo consentito alle autovetture è 130 km orari, velocità che sarebbe probabilmente accettabile in un'autostrada poco trafficata, ma che in un carruggio dei nostri centri storici trasformerebbe un SUV in un'arma mortale.

Serve un apparecchio adattabile alle condizioni stradali. Non si tratta di una chimera tecnologica: l'azienda tedesca VDO ha da anni in listino il Pedal Interface, un limitatore per auto che si monta su qualsiasi vettura dotata di centralina elettronica di ultima generazione, stiamo parlando di auto prodotte dal 1993 in poi, quasi l'intero parco circolante.

Il dispositivo viene sistemato tra acceleratore e centralina e configurato attraverso un software che può regolare la velocità in base al limite vigente sulla strada che si percorre.

E come fa il dispositivo a conoscere il limite vigente? Semplice: con un navigatore GPS, divenuto ormai, grazie a prezzi in picchiata, compagno di viaggio inseparabile di molti automobilisti.

Le mappe stradali dei GPS di ultima generazione registrano per ogni tratto stradale una quantità impressionante di informazioni, come divieti di sosta, curve, pendenze, limiti di velocità, numeri civici etc. Il database Garmin-Navteq, per esempio, ha schedato oltre 749mila chilometri di strade solo in Italia.

"Si può fa - re," griderebbe il Dr. Frankenstin. Basta collegare tra loro il pedal interface e il navigatore GPS, e il gioco è fatto.

La soluzione è davvero a un passo, basta solo la volontà politica. Volontà che, come spesso avviene, deve manifestarsi a partire da noi cittadini.

Cosa ci trattiene dal mettere una firma sulla petizione? Siamo davvero così affezionati alla banale libertà di spingere sul pedale dell'acceleratore, tanto da sacrificare 11 vittime al giorno, solo in Italia?

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