Ancora bambole da paura, ceffi poco raccomandabili come piovesse, un caso dannatamente pericoloso. L'occhio privato Veramente P. Org è in difficoltà. Riuscirà a salvare la Bella Verona?

puntata precedente: Veramente P. Org, occhio privato è ingaggiato dalla procace Bella Verona, che teme di essere in pericolo. Del primo attentato, passato alla storia come crisi globale, è accusato Immigrazione Clandestina, uno straniero poco amato in città. Ma il nostro detective non se la beve...

Nemmeno io avevo bevuto la storia della colpevolezza di Immigrazione, ma da qualche parte dovevo pur cominciare: andai quella sera stessa al Campo Nomadi, un locale che sapevo lui frequentava. Giunto all'esterno, notai un'atmosfera che non mi piaceva: odore di sbirro, pensai. Dovevo usare cautela.

Dentro, il locale era devastato: dappertutto segni di lotta, cocci, tracce di sangue e tutto il resto. Non c'era anima viva, ma fino a pochi minuti prima, lì dentro c'era sicuramente stato l'inferno. "Stanno cercando qualcosa," mormorai tra me, ""

Un locale distrutto, avventori malmenati, tutto buttato all'aria, per ottenere un cavolo di niente: l'operazione portava chiaramente la firma del tenente Tosi. Meglio svignarsela, se gli sbirri mi avessero pizzicato lì, sarebbero stati guai.

Appena fuori dalla porta, due tipi, cappello e impermeabile, mi presero per le braccia e mi trascinarono in un vicolo cieco. L'odore di sbirro era insopportabile: erano gli uomini di Tosi. In fondo al vicolo un uomo, cappello, impermeabile e tutto il resto, faccia rivolta al muro.

-Chi ti paga, Org?

-Via, tenente. La riservatezza profess...-

Uno degli energumeni mi colpì allo stomaco. Riconobbi il tocco, era sicuramente il sergente Enrique Riporto, detto ''.

-Dov'è Immigrazione?-

-Se non lo sapete voi, dopo aver rivoltato il Campo Nomadi...- Un altro colpo, questa volta alla mandibola mi scaraventò a terra. Non era el curso, ma il caporale Al Montagna, detto (non so perché) ''.

-Lascia perdere il caso,- riprese l'uomo misterioso senza girarsi, --

E se ne andarono.

Steso a terra nel fango, con difficoltà di respirazione, la mandibola a pezzi. Era il momento migliore per una riflessione sul senso della vita: mi trovavo per necessità immerso fino al collo in un caso di quelli da cui tenersi alla larga. In più, i miei rapporti con la polizia non erano certo amichevoli, e il mio sospettato, introvabile, era quasi sicuramente innocente. Aggiungete un po' di dolorini e capirete che non c'era di che stare allegri.

Ma il vecchio Veramente P. Org è un osso duro, soprattutto quando ha bisogno di soldi. Due o tre contatti con il mondo dei clandestini li avevo, così buttai l'esca, facendo sapere a Immigrazione che volevo parlare con lui.

Nel frattempo, dopo una bella ripulita, feci visita alla sorella della cliente, Economia Verona. Mi aprì la porta in vestaglia: una bionda molto sofisticata, forse un po' troppo, ma certo attraente quanto bastava. Bella quanto la sorella, ma completamente diversa, i capelli biondi freschi di parrucchiere della Quinta Strada e il pallore della pelle nordeuropea contrastavano con i riccioli neri selvatici e la pelle scura e meticcia dell'altra.

-Mi chiamo Org, signora, occhio privato, e vorrei farle qualche domanda.-

La mozzarellona mi fece entrare:

-Cosa beve, Mr Org?-

-Niente, grazie.-

-Non è esattamente la risposta che mi aspettavo, data la sua fama di gran bevitore.-

-Non uso bere mentre lavoro,- quella donna mi piaceva sempre di meno.

-Sua sorella ritiene che non sia l'arabo ad attentare alla sua vita- dissi io tagliando corto.

-Nessuno attenta alla sua vita: l'obiettivo di Immigrazione erano Traforo, Cava e Palazzina- rispose lei, gelida.

-Come no? Un po' troppo scontato. Un morto che parlava poco da vivo, figuriamoci ora. Un colpevole che, essendo accusato di altri crimini, non ha nessun interesse a presentarsi per discolparsi; anche perché quando lo beccano lo fanno nero senza chiedergli nemmeno le generalità...-

-Arrivi al dunque, Org. La prego.-

-Vorrei solo sapere se non ha notato niente di strano, ultimamente-

-A dire la verità, c'è un gruppo di sovversivi che si interessa da tempo a mia sorella.-

Di nuovo trovai difficoltà ad accendermi la sigaretta: -Chi sono?-

-Gente strana, con idee balzane. Quell'idealista, Terence Torio, detto Terry, poi i fratelli Comitati, le sorelle Associazioni Ambientalistiche, quel tipo peruviano, Commercio Equo, e quella smorfiosa di Agricoltura Biologica. Credo la stiano pedinando.-

Li conoscevo, sembravano tipi innocui, ma almeno era una pista.

Sul far della sera mi recai dalla cliente. Mi aprì la porta in ghingheri, e il mio vecchio cuore sobbalzò.

-A cosa devo il piacere di questa visita?-

-Aggiornamento sulle indagini- dissi io mentre strofinavo quel maledetto cerino che non si voleva accendere,- sto cercando di contattare l'arabo, nel frattempo vorrei informazioni a riguardo dei personaggi scritti su questa lista.-

Alla vista del foglietto sul quale avevo annotato i nomi fatti dalla sorella, la ragazza arrossì.

-Li frequento da tempo,- disse – sono tipi un po' strani, ma non li ritengo capaci di commettere un crimine-

-Di sicuro loro non amano Palazzina.-

-È un sentimento reciproco, ma preferiscono tenersi a distanza, piuttosto che litigare.-

-Ho bisogno di vederli.-

-Li può trovare tutti i lunedì sera al 'Società Civile', un locale all'angolo tra la sesta e la quindicesima Avenue.-

-Per questa sera è tutto, la ringrazio, signorina- e feci per accomiatarmi.

Non ero ancora arrivato all'uscio, quando fui raggiunto dalla sua voce.

-Noto che il suo aspetto è molto migliorato, Org.-

Lei invece era sempre uguale. Uno schianto.

-E' per il fatto che mentre lavoro non bevo.-

-C'è qualche altro piacere a cui rinuncia, mentre lavora? - chiese maliziosa.

Come risposta, la strinsi a me e la baciai, era morbida e profumata come i sedili di una Buick nuova di fabbrica. Non mi fece resistenza, quello sembrava proprio il mio giorno fortunato: nemmeno cinque minuti dopo mi ritrovai nel letto con lei, calda e peccaminosa come una sera d'agosto a Las Vegas.

Di buon mattino me ne andai, senza svegliarla.

Sul letto, al posto mio, un biglietto con scritto: "".

Se facevo in fretta, a quell'ora forse al Società Civile c'era ancora qualcuno. Ero fortunato: gli inservienti stavano ancora riordinando il locale.

Approcciai Impegno Sociale, che stava ramazzando l'ingresso:

-Buon giorno, come butta?-

-'giorno, Org. Male: anche oggi i soliti quattro gatti. Ormai sono due anni che va così.-

-Lo so, lo so. Senti: ci sono state novità, ultimamente? Qualche faccia nuova?-

-Macché, qua non si muove foglia.-

Dietro il bancone, Partito Democratico, suo cugino, stava ultimando di lavare i bicchieri.

-Gira al largo, Org. La tua presenza porta solo guai.-

Meglio seguire il suo consiglio: avevo poco tempo per risolvere il caso e dovevo fare il giro delle esche, per sapere se l'arabo aveva abboccato.

Fuori dal locale, fui investito dalla tiepida aria primaverile, e dal calcio di una colt sulla nuca. Dolore e buio.