Tante chiacchiere sui giornali e intanto il saccheggio continua.

Su D-News del 26 maggio 2009, c'è un articolo a firma di Laura Lorenzini che ci informa "Colline, Il Tar boccia la cantina… Niente cantina e niente frantoio nella zona sottoposta a tutela ambientale … (SIC Vajo Galina e Val Borago) a Quinzano".

Come in tutti gli accadimenti italici di questi ultimi tempi, c'è qualcuno che esulta e qualcuno che insorge. Esulta, udite udite, l'Assessore all'Urbanistica Giacino, secondo cui "Noi il territorio lo tuteliamo (sic!, attraverso il PAT adottato dal Comune di Verona l'anno scorso, ndr) e lo dimostra la nostra fermezza nel respingere le richieste di rustici in zone protette". Insorge Confagricoltura, essendo la Quinta E, la ditta destinataria del gran rifiuto, sua associata. "… Ma secondo Confagricoltura il PAT è fin troppo restrittivo. "Gli agricoltori mi riferiscono che, su Verona hanno praticamente chiuso – afferma Luigi Bassani direttore di Confagricoltura -, le zone collinari sono diventate una riserva indiana. E anche sul resto dei fondi agricoli non si scherza …"".

Ahhh, questi agricoltori che alle 7 del mattino partono con i loro SUV dai rustici collinari alla volta dei campi … in città, per ritornare esausti alla sera!

A parte la facile ironia (dietro cui però si nasconde la vera causa del proliferare di annessi rustici in collina), ci preme fare alcune considerazioni.

Lasciamo perdere Giacino (soliti noti 1) che mostra i muscoli in esigui lembi di territorio, per poi essere smentito in Regione dai suoi più influenti e non meno cementificatori compagni di partito (soliti noti 2). Ha ragione Massignan (Italia Nostra) quando dichiara "Per tutelare davvero queste zone servirebbe un parco della collina, che non c'è. Di fronte a questa latitanza, l'urbanistica regionale alla fine ha la meglio".

Da parte nostra, faremo i cani da guardia, oltre a richiedere incessantemente il parco. Abbiamo le mappe satellitari alla primavera 2006 di GoogleMaps del SIC Vajo Galina e Val Borago. E ad ogni aggiornamento di tale mappe mostreremo puntualmente i nuovi nati edilizi nel SIC (Sito di Interesse Comunitario).

Detto questo passiamo a sistemare Confagricoltura. A firma di Camilla Madinelli, sull'Arena del 17/11/2008 era comparso un articolo così titolato :"Verona, in 10 anni erosi mille ettari all'agricoltura. Brancaccio: Saccheggio destinato a continuare". Vittoria Brancaccio è la presidente di Agriturist, "associazione per l'agriturismo, l'ambiente e il territorio, nata da una costola di Confagricoltura". Ecco cosa dichiarava la Brancaccio a Madinelli "Tutti sostengono a gran voce la necessità di rilanciare il turismo valorizzando i paesaggi e l'offerta enogastronomica e tutelando le produzioni agricole italiane. Ma la realtà è un'altra, un continuo saccheggio ai danni dell'agricoltura … Autorevoli studi di urbanistica affermano che quando saranno realizzati i piani di sviluppo territoriale già approvati dai Comuni per i prossimi anni (PAT, ndr), il ritmo di sottrazione segnerà un'ulteriore e rilevante accelerazione".

Caro Bassani e cara Brancaccio mettetevi d'accordo, almeno tra di voi!

Noi non possiamo far altro che notare che quando le cose erano governate dalla Natura e non dal petrolio, Avesa e Quinzano avevano i loro bei frantoi. Ad Avesa era dove adesso si trova l'Osteria del Leon. A Quinzano, addirittura presente fino a una decina di anni fa, poco dopo la curva delle scuole, salendo verso il centro del paese. I contadini, quelli veri, venivano giù dalle stradine bianche della collina con i carri, pieni di olive brucate a mano, trainati da buoi bianchi e possenti.

Fra un po', nolenti o volenti, cioè infelicemente o felicemente, torneremo al perso idillio bucolico.

Nel frattempo tutte le strutture, compresa l'acqua, preziosa forza motrice, sono scomparse dal territorio.