Giorgio Massignan completa l' analisi del PI e illustra le proposte di Italia Nostra

Il sistema del verde: nella pianificazione urbanistica si dovrebbe comprendere il sistema urbano del verde. Non singoli giardini, aiuole o parchi attrezzati, ma una rete che si rapporti con l'intero territorio. A Verona dovrebbero essere realizzati:

a) il parco della collina con il blocco, nell'area parco, dell'attuale normativa regionale sulla costruzione degli annessi rustici, ed il controllo costante su quelli già purtroppo edificati, per verificare se sono rimasti tali o se invece si siano trasformati in normali residenze;

b) il parco dell'Adige sulla base del progetto Ruffo-Braioni degli anni '90 - 2006;

c) il parco della Spianà progettato dal compianto architetto Arrigo Rudi;

d) il parco delle mura;

e) la fascia di protezione verde, quale corridoio naturalistico-monumentale dei forti fuori mura, da quello del Pestrino sino a quello del Chievo;

f) il parco urbano allo scalo merci della ferrovia;

g) spazi verdi e pedonali in tutte le zone periferiche della città.

h) una serie di collegamenti "verdi" tra le diverse zone della città e delle periferie, fino alla campagna.

Invece nel nuovo PAT Tosi - Giacino non si trova nessun sistema del verde anzi, dal testo è stata tolta la frase "parco della collina", emblematico sulle scelte che farà la nuova amministrazione.

Le aree dismesse: le ex Cartiere Verona in Basso Acquar, l'ex Foro Boario, le ex Officine Adige, l'ex Manifattura Tabacchi, gli ex Mercati Ortofrutticoli gli ex Magazzini Generali, lo Scalo Merci della Ferrovia a Verona sud e gli ex stabilimenti Pasqua e Tiberghien in Borgo Venezia, .avrebbero potuto rappresentare le migliori opportunità per trasformare Verona in una città di alta qualità urbana se la Pubblica Amministrazione locale avesse chiaramente prescritto le norme e le destinazioni d'uso a cui attenersi sulla base di obiettive analisi sulle reali necessità del territorio.

Invece la Giunta Tosi ha permesso che la pianificazione pubblica si adeguasse

completamente alle richieste dei privati:

ex Cartiere Verona: in un'area di circa 150.000 mq., è stata recentemente approvata la

lottizzazione di una city con 300.000 metri cubi di nuova cementificazione, che ospiterà 70 negozi per 15.000 mq., 12 bar e ristoranti, palestre, centri per il fitness, multisale cinematografiche per 4600 mq. e uffici per trentamila mq. Da tenere conto che in quella zona andranno giornalmente a lavorare circa 1500 persone e molte altre migliaia vi arriveranno con le loro automobili per usufruire dei servizi commerciali e direzionali.

Le altre aree dismesse: a questa lottizzazione seguiranno quelle dell'area delle ex Officine Adige, quella del Foro Boario, degli ex Mercati Ortofrutticoli, il ripristino degli ex Magazzini Generali e la ristrutturazione delle ex Manifatture Tabacchi. La proposta dei privati per le prime quattro aree, che la Pubblica Amministrazione farà propria, è quella di realizzare circa quattro milioni di mc. di costruito, di cui un milione di edifici residenziali e tre milioni tra direzionale, commerciale e alberghiero, quantità certamente sovradimensionate per la realtà veronese.

Quando in Zai saranno realizzate tutte le volumetrie previste e volute dai vari operatori privati, che l'assessore definisce benefattori, e insisteranno su quell'area centri commerciali, alberghi, uffici, negozi, cinema e quant'altro, portando l'intera zona al collasso viabilistico, i costi per realizzare gli interventi infrastrutturali per tamponare, se sarà ancora possibile, il caos, saranno a carico della Pubblica Amministrazione, cioè

di noi cittadini.

Il sistema dei cosiddetti contenitori monumentali: Un'altra grossa opportunità per la Pubblica Amministrazione sarebbe stata la pianificazione e la scelta d'uso degli edifici storici. Prima di qualsiasi scelta per realizzare nuove edificazioni, sarebbe stato utile capire quali risposte si sarebbero potute ricavare dai nostri cosiddetti contenitori monumentali. I Palazzi Pompei, Gobetti e Forti, Castelvecchio, L'Arsenale, le caserme Passalacqua e Santa Marta, La Gran Guardia ed i Palazzi Scaligeri sono ancora di proprietà pubblica, sarebbe imperdonabile che alcuni di questi fossero venduti.

A tale riguardo, per dare una adeguata valorizzazione al nostro patrimonio edilizio

storico, proponiamo:

a) la realizzazione di un percorso museale che partendo dalla Gran Guardia, tocchi il

Maffeiano, poi Castelvecchio, per terminare all'Arsenale quale sede del museo di scienze naturali, del museo del Risorgimento e di parte di quello di Castelvecchio;

b) la trattativa con il demanio militare per acquisire e/o permutare la parte di Castelvecchio

di loro proprietà e destinarlo a museo;

c) la conferma dell'attuale collezione di arte moderna a Palazzo Forti;

d) l'organizzazione di una sede per mostre temporanee ai Palazzi Scaligeri;

e) la conferma della Gran Guardia come sede congressuale;

f) la destinazione universitaria per Palazzo Pompei;

g) la riqualificazione del quartiere Veronetta con il recupero a fini universitari e di servizio alla popolazione dell'area della caserma Passalacqua e Santa Marta.

h) il recupero museale e/o didattico di Castel San Pietro e del contesto ambientale in cui è inserito.

i) L'utilizzo culturale, espositivo e concertistico del contenitore a cupola dei magazzini frigoriferi, entrambi di proprietà della Fondazione Cariverona.

Invece la nostra Pubblica Amministrazione sta vendendo per fare cassa Palazzo Forti, Gobbetti e Pompei, mentre l'Arsenale corre il pericolo di essere utilizzato per ospitare uffici pubblici, e viene così sprecata la grossa opportunità di destinarlo ad essere la parte conclusiva di un prestigioso percorso museale.

Il destino della Passalacqua .

La Pubblica Amministrazione di Verona sta sciupando irrimediabilmente le opportunità offerte dalla dismissione di importanti strutture militari come L'Arsenale, Castel San Pietro, La Passalaqua e le future caserme che il demanio militare probabilmente metterà in vendita. La più grande fortuna di Verona è stata quella di essere una città militare, la più grande iattura che i militari se ne siano andati lasciando o vendendo al Comune di Verona i loro beni architettonici. Le varie amministrazioni hanno dimostrato di non aver capito l'enorme valore di questo patrimonio di edilizia storica. Infatti si sono limitate ad intervenire analizzando area per area, contenitore per contenitore, come se fossero tante isole, senza tenere presente che appartengono al tessuto urbanistico della città e come tale andrebbe pianificato.

Verona ha bisogno di servizi e spazi per l'università, per la cultura, per le esposizioni e le manifestazioni. La nostra città non ha un'economia che si basa sull'industria, ma sui servizi, sul terziario e soprattutto sul turismo. L'obiettivo dei nostri amministratori dovrebbe essere quello di realizzare strutture ed eventi tali da aumentare non solo il numero dei turisti, ma soprattutto il loro periodo di soggiorno.

Le nostre grandi aree ex militari andrebbero pianificate per raggiungere questo scopo. Con la Passalacqua abbiamo la meravigliosa opportunità di realizzare un vero e proprio campus universitario nel centro storico della città. Quante altre città se lo possono permettere in Europa?