L'ultimo Consiglio della sezione veronese di Italia Nostra è stato dedicato alla qualità urbana e ambientale di Verona. Ecco le proposte scaturite.

Dal confronto con i dati degli anni scorsi si è riscontrato che la situazione dell'inquinamento atmosferico cittadino rimane grave e la qualità urbana è molto bassa. Il traffico e l'eccessiva attività edilizia continuano a rappresentare le cause principali del peggioramento.

LE IPOTETICHE CAUSE

Nonostante esistano dalla fine degli anni '80 progetti e piani per tutelare le aree pregiate del nostro territorio come le colline e le zone limitrofe all'Adige, che attendono di essere normate come parchi naturali, nulla di concreto si è realizzato.

Sono stati chiamati insigni esperti della mobilità quali il professor Zambrini e l'architetto Winkler, per pianificare i sistemi del traffico locale, ma nessuno ha mai avuto la forza e il coraggio di attuare le loro proposte, perché probabilmente scomode alle lobbies economiche cittadine e fastidiose per le abitudini e i comportamenti della maggioranza dell'elettorato.

Il centro storico assomiglia sempre più a un polo commerciale in crosta medievale, l'età media degli abitanti è molto vecchia, mancano le coppie giovani e i bambini. Dopo le ore 20 le serrande dei negozi chiudono e durante la notte il centro è preso d'assalto dal popolo dello spritz e da bande di bulli. Ogni proposta per invertire il fenomeno dell'abbandono della popolazione residente e per evitare che il centro storico diventi proprietà esclusiva delle attività commerciali è stata scartata.

Malgrado si registrino circa 10.000 appartamenti sfitti si continua a costruire, anche in zone per nulla idonee, come quella del Nassar a Parona, in un ‘area limitrofa all'Adige, oppure a Quinzano a ridosso della collina.

LE NOSTRE PROPOSTE

A questo punto non ci rimane che sognare quali interventi si dovrebbero attuare per avere una città più vivibile.

Il problema della mobilità: costruire una razionale rete di piste ciclabili. Ma soprattutto chiudere l'intero centro storico all'interno delle mura magistrali al traffico veicolare privato. Realizzare degli ampi parcheggi scambiatori ai quattro poli cardinali della città: a Borgo Venezia, a Borgo Roma, a Borgo Trento e a Borgo Milano, da cui dovrebbero partire ogni cinque minuti i minibus per il centro.

Nell'estrema cintura periferica andrebbero costruiti altri parcheggi scambiatori per ricevere il traffico che dalla provincia si riversa verso il centro, o si dirige verso i poli ospedalieri, direzionali e/o commerciali della città; da questi parcheggi scambiatori dovrebbero partire i convogli di mezzi pubblici non inquinanti con motori a metano o elettrici, verso i diversi luoghi di attrazione. I convogli potrebbero essere sostituiti da un moderno sistema di trasporto pubblico su sede protetta ed esclusiva, mentre per poter intervenire immediatamente, l'acquisto degli autobus a metano riuscirebbe a risolvere parzialmente il problema.

In questo modo l'attuale traffico privato a motore verrebbe ridotto del 50%, come testimoniano analoghe esperienze all'estero, e non ci sarebbe la necessità di sprecare risorse economiche e ambientali per costruire nuove strade, in tunnel, in sotterranea o in superficie.

Se il centro fosse percorso solamente dai mezzi pubblici, esclusi ovviamente quelli privati dei residenti, sarebbero rimosse le perplessità sulla costruzione di poli attrattori di pubblico in zone come quella delle ex Cartiere Verona o altre simili. E' comunque necessario iniziare a modificare i nostri comportamenti, considerando che un piccolo sacrificio individuale può portare a un grande benessere per la collettività.

Il problema dell'eccesso di territorio edificato: il territorio non deve essere considerato alla stregua delle azioni in borsa, non si tratta di un patrimonio su cui speculare, ma di un bene da non sprecare, perché appartiene a tutti. Chiediamo la moratoria per le nuove costruzione sino a che non saranno messe sul mercato tutte le abitazioni sfitte e recuperato il vecchio patrimonio edilizio abbandonato.

Si dovrebbe evitare di costruire ancora sulle aree vuote, ma altresì considerare la possibilità del CREDITO URBANISTICO, per cui la brutta edilizia e i pessimi capannoni che deturpano il paesaggio possano essere demoliti e la volumetria spostata in zone più idonee.

Riconvertire il patrimonio edilizio militare e/o produttivo in residenziale.  Sarebbe importante che alle cooperative, anziché concedere dei lotti verdi per costruire edifici per l'edilizia economica popolare, venissero dati degli edifici quali le ex caserme, per riconvertirli in appartamenti; in questo modo il centro storico sarebbe rivitalizzato dalla presenza di coppie giovani e di bambini.

Il problema delle aree verdi: ogni quartiere della città debba essere attrezzato con aree verdi e adeguate isole pedonali per consentire alla popolazione residente di appropriarsi di idonei spazi pubblici. Come già sostenuto precedentemente dovrebbero essere realizzati i parchi della collina, dell'Adige, delle mura e dei forti extra moenia, ma soprattutto sarebbe auspicabile che la grande area dello Scalo Merci della Ferrovia diventasse il Central Park di Verona.

Il problema dei contenitori monumentali: è necessario preparare un piano regolatore dei grandi contenitori, pubblici e non, quindi capire quale sarà nel futuro la vocazione economica, sociale e culturale di Verona, e di conseguenza pianificarne l'utilizzo. Solo dopo questo essenziale passaggio sarà lecito decidere cosa si può alienare e cosa invece no.

A tale riguardo si intende ribadire l'idea di un percorso museale ed espositivo che partendo dal palazzo della Gran Guardia tocchi il Maffeiano, Castelvecchio e termini all'Arsenale, dove non crediamo sia un'idea felice inserirvi uffici.

Giorgio Massignan - Italia Nostra, Verona