Ora che gli dei sono fuggiti, perchè non asfaltarla tutta?

Valpantena da salvaguardare

Il CiViVI ha promosso una raccolta firme contro il prolungamento della SP6 e per la riqualificazione di via Valpantena.

Avete presente la ciclabile lungo il progno della Valpantena? Pare abbia i giorni contati.

A fianco, se non al posto di questo percorso che attraversa uno dei pochi polmoni verdi oggi rimasti alla periferia della città, è in progetto il prolungamento della SP6: una bretella di 2,6 Km, larga 15 metri, che collegherà Quinto con la Tangenziale Est a due passi da Borgo Venezia. La spesa prevista è di sedici milioni di euro senza contare i costi di un impatto paesaggistico devastante, col taglio netto di una vallata caratterizzata da culture di pregio. "Un grande patrimonio non solo ambientale, ma anche culturale ed economico, un vero e proprio tesoro che, una volta compromesso, non potrà più essere recuperato", dice Marisa Venturi, anima da sempre del CiViVi, Comitato per la Valorizzazione della Valpantena (www.CiViVi.it), nato nel 1989 per promuovere attività che rinsaldino il legame uomo/territorio attraverso la conoscenza e la tutela dell'ambiente e delle tradizioni locali.

È vero, nelle ore di punta il traffico sulla Via Valpantena è intenso e si creano lunghe code. Ma per risolvere queste criticità una soluzione compatibile con l'ambiente, oltre che assai meno costosa, secondo il CiViVi ci sarebbe: "Con un investimento pari a circa un terzo della spesa prevista (sei milioni secondo il Piano di Fattibilità della Provincia) si potrebbe riqualificare l'attuale tracciato di Via Valpantena ampliando la sede stradale con l'uso di aree demaniali, riprogettando la rotonda all'altezza del Famila, tracciando dalla rotonda di Poiano una controstrada per l'ingresso alle serre, realizzando infine uno svincolo a raso per l'innesto a Quinto. E a lato di questa strada potrebbe essere realizzata una pista ciclabile ", prosegue Marisa Venturi.

Due ciclabili, una lungo la normale viabilità per raggiungere il posto di lavoro, una lungo il progno per il tempo libero, rappresenterebbero un sogno. Se poi si potesse contare anche su un trasporto pubblico razionale ed efficiente, quote rilevanti di trasporto privato si sposterebbero verso un mezzo collettivo non inquinante e ci sembrerebbe di stare in Europa. Ma la mobilità sostenibile, si sa, per noi è fantascienza. E poi i soldi, di questi tempi, non ci sono. Sedici milioni di euro, invece, sembrano pronti per la lunga ferita d'asfalto nella Valpantena.