Il National Geographic dà clamore a una notizia vecchia e triste. Non è bufala, ma poco ci manca. I pericoli dell'informazione distorta.

Il Polo Nord, per la prima volta, potrebbe rimanere privo del sottilissimo strato di ghiaccio che lo circonda già nei prossimi mesi. E' l'ipotesi prospettata alla rivista National Geographic da alcuni esperti della nave rompighiaccio canadese Amundsen, riportata dalla stampa italiana con eco esagerata.

Ormai si tratta di un sottile strato di ghiaccio stagionale, quindi molto giovane, che durante l'estate tende a sciogliersi più facilmente. Tuttavia il suo scioglimento è considerato dai ricercatori come un campanello d'allarme sulla rapidità dei cambiamenti indotti dalle trasformazioni del clima.

La tendenza è che dal 1979 il Polo Nord perde quasi l'1% dei ghiacci estivi all'anno e il ritmo di fusione sta accelerando, e anche la Groenlandia perde 220 chilometri cubi di ghiaccio all'anno, due volte e mezzo di più rispetto a 10 anni fa.

Il fenomeno, secondo gli esperti, è da mettere in relazione con l'alterazione della composizione dell'atmosfera causata dai combustibili fossili: il metano, in poco più di due secoli è passato da una concentrazione di 715 parti per miliardo a 1774, mentre l'anidride carbonica è arrivata a 385 parti per milione rispetto ai 270-280 dell'era preindustriale.

In realtà, che l'artico non stia proprio 'bbene' lo sappiamo da un pezzo, ma far circolare scoop di questo genere è estremamente pericoloso. La probabilità che da metà agosto il ghiaccio nel polo nord sarà completamente scomparso, orsi e inuit compresi, è reale, ma molto bassa. E, soprattutto, non cambierebbe lo stato di salute del pianeta, in ogni caso assai malridotto.

Passiamo da un eccesso all'altro: col tardare dell'arrivo dell'estate abbiamo assistito allo smontaggio della teoria del  global warming, considerata (a torto!) una vera e propria eco-bufala. Sono bastati due giorni di caldo per resuscitare lo scioglimento dei ghiacciai artici, problema arcinoto da anni.

L'informazione si nutre solo di notizie clamorose, urlate e imprecise. Il rischio è, ovviamente, che l'allarme reale si spenga all'immediato venir meno dell'allarme fittizio, magari con la prima ondata di pioggia.