L'uomo talvolta crede di essere stato creato per dominare, per dirigere. Ma si sbaglia. Egli è solamente parte del tutto. La sua funzione non è quella di sfruttare, bensì è quella di sorvegliare, di essere un amministratore. L'uomo non ha né potere, né privilegi. Ha solamente responsabilità.  (Orens Lyons, Onondaga)

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Un pomeriggio di parecchi anni fa - eravamo alla fine dell'estate - mentre giocavamo a pallone ci siamo accorti che una volpe si aggirava nei dintorni del nostro campetto. Alcuni ragazzi più grandi riuscirono ad accerchiarla e a tramortirla con dei bastoni. Poi, utilizzando un pesante carrello di metallo tutto rivestito di rete ondulata, la fecero prigioniera. Dopo un po' la volpe si riprese dalle bastonate e si avventò con i denti contro la gabbia. La rete resisteva agli assalti e la volpe in poco tempo si ritrovò con la bocca tutta lacerata e con alcuni denti rotti. Ciò nonostante la sua furia aumentava anziché diminuire. Noi ragazzi eravamo presi da un misto di paura e di fascinazione. Ci eravamo resi conto che quell'animale non avrebbe mai accettato di vivere prigioniero e che avrebbe lottato fino alla morte per liberarsi. Ad un certo punto qualcuno con un lungo bastone spostò il carrello e liberò la volpe.

Da ragazzi avevamo un rapporto piuttosto stretto con gli animali selvatici. Catturavamo qualsiasi essere vivente: rane, lucertole, topi, pipistrelli, bisce, uccelli, farfalle, insetti di ogni genere. Inutile dire che spesso questi poveri animali facevano una brutta fine. A quei tempi in campagna non c'era una grande sensibilità ecologica. I nostri genitori andavano a caccia e noi li imitavamo con fionde ed attrezzi vari. Eppure, pur in questo clima di crudeltà dilagante, eravamo affascinati da tutta questa vita che si muoveva intorno a noi, dai canti degli uccelli, dal sibilare dei serpenti, dai voli irregolari dei pipistrelli, dalle corazze degli insetti, dai colori delle farfalle.

Ancora adesso il verso della Poiana o dell'Aquila, l'improvvisa apparizione di uno Stambecco, il fischio di una Marmotta, il volo rumoroso del Forcello, ci fanno trasalire e ci riempiono di emozione.

L'animale selvatico ci riporta ad una dimensione diversa, quasi opposta alla nostra. E' sbagliato parlare di libertà, perché anche l'animale selvatico rispetta regole precise, ma c'è nei comportanti degli animali selvatici qualcosa di ancestrale da cui noi ci stiamo sempre più allontanando. La nostra vita ordinata, ripetitiva, prevedibile, completamente slegata dai ritmi stagionali, dal contesto ambientale, dagli estri, dalle lune, dagli istinti primordiali, dai bisogni reali, dai piaceri autentici, dai rischi mortali, sta perdendo il contatto con le nostre origini. La razza umana sembra non rendersi conto che eliminando le specie selvatiche distrugge anche una componente essenziale della propria natura e della propria storia.

Ci stiamo sempre più rinchiudendo in un mondo pulito, comodo, asfaltato in cui non c'è posto per rane, lucertole, topi, pipistrelli, bisce, farfalle, insetti, passeri, rondini, aquile, poiane, marmotte,  lupi, ecc.

"Non conosco alcuna specie di pianta, uccello o animale che non si sia estinta dopo l'arrivo dell'uomo bianco. L'uomo bianco considera la vita naturale degli animali come quella del nativo su questo continente: come un fastidio".

(Orso in piedi)