Basta sperimentazioni imposte d'ufficio da sindaci compiacenti. Parte ora una nuova strategia di comunicazione sul 5G. L'amico scienziato che rassicura e dialoga pacatamente.

Il webinar dell'Ordine degli Ingegneri di Verona.

Il recente convegno sul 5G organizzato dall'ordine degli ingegneri di Verona, visibile, ahinoi, su facebook, ha portato un po' di luce, diremmo quasi "finalmente", su alcuni aspetti della tecnologia 5G. Non su tutti, purtroppo.

Epperò questo tentativo di far chiarezza costituisce una novità nel dibattito sul 5G, visto che finora si è cercato di imporre questa tecnologia contando su un'adesione entusiastica della popolazione, che pare non esserci stata.

In realtà, invece, c'è un'opinione pubblica spaccata in due, nonostante i massicci investimenti che i colossi dell'informatica e delle telecomunicazioni stanno attuando per far passare messaggi rassicuranti ed esaltanti sulle magnifiche sorti e progressive del 5G. Lo dimostra il sondaggio (ahinoi, sempre su facebook) promosso sempre dall'ordine degli ingegneri, che parla di una sostanziale parità tra favorevoli e contrari.

Proprio il sondaggio, modalità piuttosto curiosa di affrontare un tema tecnologico, rivela molto di questo cambio di strategia dei potentati economici per promuovere la loro causa. Il sondaggio è strumento d'elezione per questioni opinabili, politiche. Non è adatto per argomenti tecnici. Sarebbe come se il gruppo Volskwagen proponesse un sondaggio per valutare di inserire un nuovo sterzo a cremagliera sulla nuova Golf. Ma agli ingegneri veronesi, o forse ai loro committenti (il Comune di Verona?), non deve essere sembrato strano.

Il convegno/webinar ha rappresentato la svolta nella comunicazione dei colossi hi-tech: non più imposizioni d'ufficio di sperimentazioni da parte di sindaci compiacenti, ma una serena e pacata spiegazione da parte di medici, scienziati e controllori dei campi elettromagnetici. Una vera e propria squadra di pompieri mandata a spegnere l'incendio che i fautori del 5G avevano creato con la loro strategia precedente.

Il progetto congiunto tra Agsm, Comune di Verona e TIM, collegato con il 5G, "è fermo per una scelta politica," spiegano in Comune di Verona. Da febbraio a oggi in Italia i comuni contrari sono passati da 53 a 262 e, quindi, pure la giunta Sboarina, partita un po' a gamba tesa sul 5G, ora ha paura.

Ecco allora il webinar di giovedì scorso, a cui si sono iscritte più di mille persone. "Ci hanno fatto notare di non sapersi esprimere sul 5G perché non conoscono abbastanza la tecnologia. Per questo abbiamo promosso un evento: per fare chiarezza," ha spiegato il presidente dell'Ordine Andrea Falsirollo. Un po' tardi, ma fingiamo che vada bene così.

Secondo Mario Frullone, direttore Scientifico della Fondazione Ugo Bordoni, l'Italia non può fare a meno di dispositivi come le auto a guida autonoma, che richiedono tempi di latenza che le attuali tecnologie radio non sono in grado di garantire. Sulle perpelssità rispetto a questa bizzarra tecnologia, abbiamo parlato nell'articolo La bufala della guida autonoma.

Diciamoci la verità: sul merito della questione, gli ingegneri hanno (purtroppo) ragione. Quello che dicono è in gran parte vero. È vero che non si può (ancora) parlare di pericolosità di queste particolari gamme d'onda. È vero che le sorelle 2G, 3G, e 4G non sono potenzialmente meno pericolose del 5G.

Però la loro analisi ha una pecca: manca di interdisciplinarità e multidisciplinarità. Valutare solo la pericolosità delle radiazioni è un po' poco. La critica dovrebbe estendersi a tutta la tecnologia, in quanto faccia brutale della civiltà, in quanto traditrice del primitivo rapporto uomo-natura, purtroppo rotto definitivamente 10.000 anni fa.

Secondo l'impostazione di molti gruppi critici rispetto alla tecnologia, come EXIT, si può uscire dalla dipendenza solo facendo un passo indietro. Ciò significa riappropriarci di pratiche analogiche e relazionali, il più possibile. Coltivare una sana critica, e non sdraiarci di fronte alle innovazioni sbandierate come salvifiche. Innovazioni che, storicamente, ci hanno lasciato sempre in una condizione peggiore rispetto alla precedente.

La nostra critica al 5G, dunque, non si basa sulla presunta pericolosità delle onde elettromagnetiche, ma anche e soprattutto sull'oligarchia che si instaurerà grazie a questa tecnologia: in una parola (anzi due) la Bestia.

Questo approccio culturale è molto tecnico e pragmatico, e talvolta rischiamo di essere più vicini a Falsirollo, che ai new-age alla Verdone. Ma il sistema ipertecnologico è il male assoluto, e dobbiamo contrastarlo con tutte le nostre forze. Compresa qualche vigliacca benevolenza verso gruppi approssimativi e protocomplottisti.

Meglio una visione anti-sistema obnubilata da voci prive di riscontro, che una verità di regime ammantata di falso metodo scientifico e in realtà sorretta da interessi economici che manipolano la ricerca e la verità. Da un alto ci sono persone sincere che possono sbagliare, dall'altro delle entità che sicuramente sbagliano, perché statutariamente sono mosse da turpi fini.

In mezzo ci siamo noi, con il nostro anelito alla verità e alla giustizia. Se la vista del video degli ingegneri vi ha turbato, guardatevi la nostra versione sul 5G, cliccando il video qui sotto. Si tratta del nostro webinar, organizzato da Vivimezzane.

Video 5G Michele Bottari

 

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