Grillo e Salvini sventolano l'uscita dall'Euro come la panacea di tutti i mali della nostra economia. In realtà se esiste ancora una parvenza di legalità in Italia lo dobbiamo all'Europa. Fuori dall'Europa finisce anche la speranza di essere governati nel rispetto della legalità.

La comunicazione della Commissione sul progresso degli interventi strutturali rileva che "restano lacune in politiche importanti, in particolare per quanto riguarda la concorrenza, la tassazione, il quadro della contrattazione collettiva".

E la lotta ai fenomeni corruttivi, ostacolata dal ritardo nel modificare le regole che fanno morire i processi prima della sentenza. "L'attuale mancanza di 1.439 su circa 9.921 giudici - si legge nel rapporto - pesa sulla capacità della magistratura di risolvere tempestivamente un gran numero di casi in entrata".

"Fare impresa in Italia è nettamente più difficile che nelle altre grandi economie dell'Ue e negli ultimi anni i progressi sono stati solo modesti". Anche perché "la corruzione rimane un grave problema e i termini di prescrizione restano un ostacolo alla lotta contro di essa". Tutto questo "implica in prospettiva rischi di rilevanza transfrontaliera, in un contesto di alti non-performing loans e disoccupazione".

Il Parlamento, continua il rapporto, dovrebbe adottare a breve provvedimenti di liberalizzazione del mercato (il ddl concorrenza), "che tuttavia non elimineranno rilevanti ostacoli alla concorrenza in settori importanti quali commercio al dettaglio, servizi professionali, servizi pubblici locali e trasporti".

Tra le criticità si osserva che l'aumento degli Npl "è coinciso con l'aumento del numero di procedure di fallimento e di insolvenza", ma anche che "il regime di insolvenza ed i singoli mezzi di ricorso per la riscossione del debito in Italia appaiono deboli e gli effetti dell'ultima riforma in materia di insolvenza ed esecuzione forzata devono ancora farsi sentire, e manca ancora un regime di ristrutturazione funzionale per una certa quota di debiti deteriorati".

Dal 1955 al 2015 il nostro Paese è finito 642 volte davanti alla Corte di Giustizia Europea, staccando notevolmente il secondo paese, la Francia. La mancata applicazione delle direttive di Bruxelles costa ogni anno 500 milioni di euro. Dai rifiuti al debito pubblico, fino all'utilizzo delle buste di plastica.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/22/ue-italia-impulso-riforme-rallentato-da-meta-2016-nessun-progresso-su-prescrizione-lacune-lotta-alla-corruzione/3408228/

"Subito un referendum che consenta agli italiani di decidere se lasciare o meno l'Euro". Il blog di Beppe Grillo detta il tema di quello che sarà il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle nell'imminente campagna elettorale che potrebbe accompagnare gli italiani alle urne entro Giugno.

www.beppegrillo.it ...

Salvini avverte Bruxelles: "Se la Lega va al governo via dall'euro"

www.bastaeuro.org

L'Europa ha tentato in tutte le maniere di indurre i governanti italiani a ridurre il debito, a ridurre la tassazione, a favorire la concorrenza, a rispettare i diritti civili, a combattere l'illegalità e la corruzione, a limitare i tempi dei processi, di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini. Dal 2002 ad oggi non è passato giorno senza che le autorità europee abbiano chiesto ai governi italiani di rimettere a posto i conti e quasi sempre i governi italiani hanno fatto orecchie da mercante, come sta facendo ora il governo Gentiloni e prima il governo Renzi.

La soluzione proposta da Grillo e da Salvini è quella suggerita da Pinocchio: una martellata sul grillo parlante.